La Redazione « lancia ») questa evoluzione è parsa giustificar~ i so~petti di parecchi osservatori politici non sospettabili di simpatia golliste. E, finalmente, non bisogna dimenticare di mettere nel co,nto quello che potremmo chiamare un riflesso spontaneo europeo: è probabile che siano in molti sul vecchio continente a fare un ragionamento perfettamente· conforme al vecchio individualismo e, se si vuole, egoismo nazionale d'Europa ed a pensare che se fossero al posto degli americani lascerebbero distruggere cento volte Roma o Parigi o Bruxelles piuttosto che mettere a repentaglio la metà delle città degli Stati Uniti! È nota la risposta americana a questi dubbii e sospetti: i francesi - ha ripetuto ancora recentemente il presidente Kennedy - possono avanzare mille ragioni per le quali preferiscono costituire un armamento nucleare indipendente, ma nulla li autorizza a dare proprio la ragione che danno, che, cioè, non sono sicuri della protezione degli Stati Uniti. Ovviamente, su una questione del genere non vi possono essere risposte decisive e certezze assolute; ma le certezze assolute non si danno mai in politica, e meno che mai in politica estera. E pertanto, senza evocare qui, come pure si potrebbe fare, tutto ciò che negli ultimi diciotto anni gli Stati Uniti hanno dato all'Europa e che molti europei hanno qualche tendenza a dimenticare troppo spesso (ma si sa che la riconoscenza non è tra le virtù preferite dai politici!), basterà osservare che vi sono ancora parecchie divisioni americane stazionate sul vecchio continente e che pertanto un intervento americano ci è garantito, se non dall'esatto calcolo che difendendo l'Europa Washington difende se stessa, almeno dalla necessità in cui si trovano i dirigenti della Casa Bianca di assicurare la salvezza dei loro soldati: « Fino a quando le divisioni americane saranno stazionate al centro del vecchio continente - scriveva Raymond Aron nel «Figaro» del 13 agosto 1962 - sono convinto che i russi no11 prenderanno sul serio le affermazioni di coloro i quali annunciano la fine delle alleanze nell'era atomica ... Un ritorno in patria di queste divisioni non è né inevitabile né probabile; ma v'è una politica, francese o europea, che finirebbe col renderlo probabile ». L'allusione è qui evidente: giustamente Aron ritiene che una politica del tipo di quella gollista possa alla lunga indurre gli americani a ritirarsi dall'Europa, E dobbiamo dire con tutta francl1ezza che un tale timore non è, come molti. pensano, affatto infondato. In Europa s'è diffusa l'idea che gli Stati Uniti siano troppo interessati all'equilibrio di potenza nel mondo per poter commettere l'errore grossolano di abbandonare il vecchio continente: questa è una valutazione senza dubbio in gran parte esatta, che, però, non tiene conto della data relativamente recente in cui gli americani hanno risolutamente voltato le spalle all'isolazionismo. Sono 12 Bibliotecaginobianco
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