Recensioni quei giorni come la servitù abominevole di quei fascisti che vennero a galla con l'occupazione tedesca, miseri avanzi di una fazione rea dei più gravi e turpi delitti, ma che seppero superare anche le vergogne e gli orrori del regime fascista. La narrazione di Ercole Patti si conclude, come si è detto, con la icastica descrizione della ritirata da Roma dei tedeschi e dei fascisti. Roma aveva dato anch'essa il suo valido contributo alla lotta per la riconquista della libertà, e lasciava tanti caduti sul cammino della Liberazione, soprattutto nella massa di cadaveri delle Fosse Ardeatine, martiri in numero di trecentotrentacinque, fra i quali ben cinquanta erano quelli che le « autorità » fasciste avevano consegnati al Con1ando delle « S.S. » naziste per la strage. La descrizione che Ercole Patti ha resa del travaglio di Roma nel tempo dell'occupazione può essere detta veramente di grande valore etico e di particolare valore letterario. E come tale si inserisce in un filone esemplare della letteratura italiana, tanto adusata a trattazioni di esilii e di prigioni. RENATO PERRONE CAPANO Uomo, comunità, urbanistica Ciò che nel libro di Leonardo Ricci, Anonymus 20 Century (Braziller) arcl1itetto milita11te tra i più impegnati, colpisce prima di tt1tto è la facilità discorsiva con cui l'autore espone le proprie idee. Ricci sembra aver voluto rompere, oltre che nel contenuto, .. nella stessa forma ogni rapporto con certa parte della nostra cultura uffi.. ciale. Una rottura che avviene in modo violento, senza mezzi termini, e che per essere proprio così radicale lascia il lettore ineducato ad una certa saggistica standardizzata sorpreso prima, perplesso poi, infine partecipe in tutto di ogni tema esposto dallo scrittore. Partecipe, mi sembra ovvio, non vuol dire convinto di ogni tesi, ma potenzialmente capace a cogliere quanto di meglio e di nuovo gli venga offerto. Si vuole prevenire con ciò chi si attende da questo volume un ennesimo saggio, scientificamente condotto, su problemi di architettura e di urbanistica. « Io vorrei che questo libro fosse letto da tutti. Non per l'ambizione, logica magari, degli scrittori che il libro diventi universale. No. Vorrei che fosse letto da tutti solo per rendere evidente che la crisi moderna coinvolge l'uomo in tutti i suoi aspetti, e che tutti per risolvere i loro problemi personali, persino quelli relativi ·al proprio mestiere, debbono risolverli collettivamente»; egli così conclude la prima parte del libro. Il fatto che in un libro di 254 pagine, soltanto una cinquantina, sono dedicate a problemi specifici di architettura, mentre le rimanenti insistono sul problema dell'esistenza dell'uomo, è una chiara espressione di come sia stato impostato tutto il discorso. 121 Bibfiotecaginobianco
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