Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Girolanio Cotroneo fiducia alla scienza stessa, che può ora affermare, in piena autonomia, la propria dignità: e mentre le arti liberali sono patrimonio di una ristretta casta, ed escludono la collaborazione fondandosi sulla ricerca interiore e perciò individuale, il nuovo sapere scientifico ha caratteri pubblici, sorge dalla collaborazione, ha come fine il bene collettivo; inoltre « il senso della ulteriore perfettibilità della propria opera, l'affermazione della necessità della cooperazione intellettuale e della progressività di tln sapere che cresce su se medesimo nel tempo arricchendosi mediante l'opera congiunta di molti, il riconoscimento dei risultati sempre nuo,vi a cui danno luogo le arti, conducevano d'altro canto ad affermare la limitatezza dell'orizzonte culturale degli antichi e a sottolineare il carattere provvisorio e storico delle loro scoperte e delle loro verità» (p. 8). Il libro del Rossi puntualizza, inoltre, la nu.ova din1ensione storica entro la quale si muovono questi problemi, che si affermano e si sviluppano in seguito a mutate condizioni politiche economiche e sociali: è un processo, come egli scrive, che « ha carattere europeo, ed è legato all'ascesa della borghesia ed al consolidarsi delle monarchie e degli stati nazionali » (p. 38); e le classi borghesi che si affacciano alla ribalta della storia in seguito al lento sgretolarsi delle strutture feudali, finiscono con l'imporre alle stesse classi aristocratiche la necessità di aggiornarsi, e di migliorarsi: così l' « aristocrazia ve11iva spinta all'acquisizione di un patrimo·nio tecnico-culturale che la ponesse in grado di fronteggiare l'ascesa della nuova classe sociale» (pp. 19-20), portando un notevole contributo qualitativo al miglio-- ramento della cultura. L'orizzonte di quest'ultima si va ora allargando, includendo in sè anche qt1el ramo propriamente tecnico che finora era stato escluso dal novero delle arti: le mutate situazioni storiche rivelano l'utilità delle nuove conquiste tecniche che ora si applicano all'arte della guerra, alla navigazione che ha ormai superato i confini del bacino mediterraneo, a migliorare i mezzi di comunicazione terrestri dato che l'ampliarsi dell'orizzonte politico impone n-iaggiori e più rapidi contatti fra gli stati. Tutto ciò porta ad un duplice positiva conseguenza: da un lato i signori, i politici, sono costretti a chiamare presso di sè i nuovi tecnici ed ingegneri affinchè con l'opera loro contribuiscano a risolvere immediati problemi pratici, favorendo così lo sviluppo delle scienze empiriche, mentre dall'altro si va facendo strada l'idea che il carattere disinteressato, diremrr10 aristotelico, della scienza, è un discorso che, se poteva valere nel tempo antico, non ha alcun senso nell'età moderna che riafferma invece il carattere utilitario della scienza e la sua perfetta sintesi con la tecnica. Questa nuova situazione sto_rica, sulla quale il Rossi non indugia, ma si limita ad inquadrare con brevi ed incisivi cenni, ed il contemporaneo affermarsi dell'utilità pratica dello studio scientifico, fanno giustizia dell'antico mito della scienza come scienza dell'assoluto, e la impostazione invece con1.e scienza dei fatti particolari, come indagine settoriale, con fini eminentemente pratici. Il concetto dell'utilità pratica delle scienze, oltre che la filosofia speculativa e il sapere pedante e libresco, ridimensiona anche quella pseudoscienza che 112 Bibliotecaginobianco

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