Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Recensioni finanziamento sufficienti ad alimentare il flusso di investimenti contemplato dal programma. Questo controllo si risolve (come sovente accade in casi consimili) con la constatazione che il risparn1io spontaneo della collettività risulta insufficiente, ed è necessario assicurarsi un contributo esterno annt10, sotto forma di importazioni di capitale, pari almeno ad un centinaio. di milioni di dollari. Il secondo controllo, riguarda la bilancia dei pagamenti; il terzo, la disponibilità di lavoratori. Ambedue questi controlli danno esito favorevole; in particolare, risulta che il programma di sviluppo è tale da assicurare non solo il raggiungimento della piena occupazione al termine del decennio, ma anche, se il ritmo di accrescimento della produttività operaia non viene accelerato, una certa scarsità di lavoratori. Il programma di sviluppo tracciato dal Papandreou si arresta al livello macroeconomico. L'indicazione dettagliata dei singoli investimenti da eseguire in ciascun settore della produzione non può essere effettuata se non mediante un esame accurato delle possibilità esistenti in ciascuna i11dustria e in ciascuna regione; esame che cade al di fuori degli scopi prefissati all'inizio della ricerca. AUGUSTO GRAZTANT I filosofi e le -macchine « E per quanto possa essere utile l'arte del fabbro, costruttore di macchine da guerra, nondimeno tu verrai a vile lui e l'arte sua, lo chiamerai I5er disprezzo banausos e non darai tua figlia in moglie a suo figlio, né la figlia di lui al tuo ». Questo brano che abbiamo riportato dal Gorgia platonico, ci pare sintetizzi la frattura propria del mondo classico, fra le arti meccaniche accusate d'indegnità, e l'attività spirituale, unica degna dell'uomo libero: per i filosofi del mondo classico il processo della formazione specificamente umana esclude ogni attività utilitaria; l'urgenza di fondare una metafisica, di liberare dialetticamente il pensiero dell'uomo da quanto, a lui esterno, lo astringe, indirizzano lo sforzo filosofico dell'antichità a disimpegnare quanto più possibile l'attività spirituale da quella meccanica: la prima è la vera ragion d'essere dell'uomo, l'altra la sua spregevole alterità. Questa antinomia si protrasse a lungo nel tempo: sarà solo con l'inizio dell'età rinascimentale che questo schema verrà spezzato, e che si comincerà, anche in certi ambienti filosofici, a notare, come scrive il Rossi in un suo recente volume (/ filosofi e le macchine, Milano, Feltrinelli, 1962), che « alcuni dei procedimenti di cui fanno uso i tecnici e gli artigiani per modificare e alterare la natura giovane alla conoscenza effettiva della realtà naturale, valgono anzi a mostrare - come fu detto in esplicita polemica con la filosofia tradizionale - la natura in movimento » (p. 7). Questo nuovo modo di considerare la scienza, dà, come risultato immediato, una maggior 111 Bibliotecaginobianco

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