Recensioni astratto obiettivo di ottimizzazione, difficilmente definibile e ancor più difficilmente realizzabile, la politica di sviluppo deve ispirarsi direttamente all'obiettivo di realizzare una struttura economica simile a quella esistente nei paesi a più alto livello di reddito. Questa impostazione implica l'ipotesi che non vi siano differenze sostanziali nella capacità produttiva dei diversi paesi, e che t11tti, salvo limitate deviazio11i dov11te a circostanze particolari, possano realizzare la struttura e il livello di reddito tipico dei paesi industrializzati. Questa impostazione rappresenta un capovolgimento della antica teoria della « vocazione specifica » di ogni paese per un determinato tipo di attività economica; questo modo di vedere tradizionale, che condannerebbe i paesi agricoli alla perpetua povertà, non regge alla luce dell'esperienza storica. Nel corso dello sviluppo economico, i diversi settori di produzione crescono a ritmi differenti: n1a, per quanto strano possa apparire, questa variazione nel tasso di sviluppo dei diversi settori mostra una forte uniformità da paese a paese. Le più recenti ricerche statistiche, dovute al Clark, al Kuznets, al Chenery, inducono addirittura a parlare di uno schema tipico di sviluppo, che, con piccole variazioni, si riscontra in q11asi tutti i paesi. L'importanza dei fattori « universali », contrapposti ai fattori « particolari » dello sviluppo è assai maggiore di quel che ci si potrebbe attendere in base a considerazioni aprioristiche. Questa impostazione, se dal lato teorico rappresenta una rinuncia a perseguire l'obiettivo astratto della ottimizzazione, sul piano politico rappresenta una facilitazione immensa nella individuazione di obiettivi concreti. Invece di ricercare uno schema di investimenti ottimo, il pianificatore, dopo essersi proposto come obiettivo un certo livello di reddito per abitante, deve proporsi come obiettivo specifico la realizzazione di una struttura protluttiva corrispondente a quel livello di reddito secondo l'esperienza passata di altri paesi. In seconda approssimazione, il pianificatore dovrà adattare questo obiettivo alla struttura particolare del proprio paese, consentendo un n1aggiore sviluppo per quelle industrie per le quali presumibilmente esiste un vantaggio comparativo, e viceversa per quelle le cui prospettive sono meno favorevoli. Infine, ultimo passo nella stesura del programma, il pianificatore deve accertarsi della « attuabilità» del programma tracciato, controllando la disponibilità di fattori, la capacità di esportazione, la possibilità di preservare l'equilibrio monetario, e ogni altro vincolo che circostanze particolari possano consigliare di imporre. Quando si passa dalla formulazione di obiettivi generali alla selezione di investimenti specifici miranti a realizzare gli obiettivi prescelti, la logica delle scelte si presenta sotto un aspetto completan1ente diverso. Qui non è possibile fare appello alla esperienza passata di altri paesi, e si ricade necessariamente in un procedimento di ottimizzazione. Senonché, avverte il Papandreou, troppo spesso gli econo1nisti, preoccupati di reperire un criterio di selezione fra i possibili progetti di investimenti, dimenticano che il momento cruciale di ogni politica di sviluppo non è tanto quello della selezione fra investimenti, quanto quello della individuazione dei progetti stessi. Qui si 109 Bibliotecaginobianco
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