Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Recensioni dottrina spicciola fatta di slogan a grande taglio; mentre le più complesse disquisizioni ideologiche vengo110 elaborate in circoli chiusi, in riviste di scarsa circolazione. Attraverso un tale distacco dal mondo• del travaglio quotidiano, l'intellettuale assume una sorta di olimpica indifferenza; oppure presume egli stesso di dettare le norme dell'operare ai politici. Il secondo modo di esercitare il ruolo dell'intellettuale consiste nel diventare consiglieri del re. L'intellettuale subordinato ai vari centri di potere - le burocrazie di governo, le Chiese, i partiti politici, le grandi organizzazioni economiche - pone al servizio di un'autorità qualsivoglia la sua intelligenza, la sua ragione. Si spoglia di un ruolo autonomo, critico, e spiega e giustifica e diffonde ciò che è stato deciso; legittima l'autorità e pone in grado il potere di manipolare i subordinati. Il terzo modo, che è quello di tentare di realizzare in concreto il valore della ragione, consiste - dice Mills - « nel rimanere indipendenti, nel fare il proprio lavoro, nello scegliere i propri problemi, mirando ai re, ma facendo sì che tale lavoro giunga anche al pubblico. Secondo questa concezione, la scienza sociale ci appare come una specie di organo dell'intelligenza pubblica, avendo a che fare con problemi pubblici e con difficoltà private e con le tendenze strutturali del nostro tempo implicite in quei proble1ni e in quelle difficoltà>> (pag. 191). Specifichiamo ulterior1nente. Generalmente lo studioso di scienze sociali vive su di un livello medio di classe, condizione sociale e potere. Egli non è in grado di risolvere individualmente o come ceto i problemi strutturali; come non è in grado di farlo l'uomo comune. Tuttavia sull'uomo comune l'intellettuale ha il vantaggio di trascendere gli ambienti e le contingenze nei quali gli accade di vivere, di averne una visione globale - altrimenti ,non sarebbe tale. È in questo senso che all'intellettuale compete anche un ruolo politico al quale non può sottrarsi, pena la squalifica. Lo scienziato sociale o l'intellettuale ha la possibilità e il dovere di parlare agli altri uomini per aiutarli a superare con la ragione e l'esperienza i loro ambienti quotidiani (trasformare, cioè, tante difficoltà di carattere individuale o di piccolo gruppo in problemi sociali strutturali) e di premere e di condizionare il potere perché si risolvano i problemi strutturali. In sostanza, dice Mills: « A coloro che hanno il potere e la consapevolezza del potere, lo studioso di scienze sociali addosserà in varia misura la responsabilità di quei mutamenti strutturali che la sua ricerca gli indicherà come influenzati in modo decisivo dalle loro decisioni o dalla loro mancanza di decisioni. A coloro che hanno Io stesso potere, ma non la stessa consapevolezza, dirà tutto ciò che riesce ad accertare circa la conseguenza delle loro azioni. Anche in questo caso addosserà delle responsabilità, ma prima di tutto cercherà di educare. A coloro che sono costantemente senza potere e la cui consapevolezza è limitata ai loro ambienti quotidiani, lo studioso di scienze sociali rivelerà, con il suo lavoro, come le difficoltà private si colleghino con i problemi pubblici, quale significato abbiano le tendenze strutturali e come influiscano le decisioni su quegli ambienti; così facendo 107 Bibliotecaginobianco

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