Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

RECENSIONI Il ruolo del sociologo L'immaginazione sociologica, per C. W. Mills (C. WRIGHTMILLS: L'im111aginazione sociologica, Milano, « Il Saggiatore», novembre 1962, ediz. originale 1959), è la capacità intellettuale di vedere e valutare il grande contesto dei fatti storici nei suoi riflessi sulla vita interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie umane. È la capacità intellettuale che permette di capire perché, nel caos dell'esperienza quotidiana, gli individui si formino un'idea falsa della loro posizione sociale. È la capacità di districare, in questo caos, le grandi linee, l'ordito della società e di seguire su di esso la trama psicologica di tutta una gamma di uomini e di donne. L'immaginazione sociologica riconduce in tal modo il disagio personale dei singoli a turbamenti oggettivi della società e trasforma la pubblica indifferenza in interesse per i problemi pubblici ,>. Sono questi i termini o criteri di riferimento cl1e W. Mills tiene presenti nell'esporre al pubblico una serie di critiche alle principali te11denze e scuole sociologiche e, infine, nel presentare una proposta di lavoro. Anche se il lettore che aveva in mente Mills è l'americano giovane che si dedichi allo studio delle scienze sociali, dobbia1no ammettere - e in ciò sta il merito di aver tradotto il libro in italiano - che qualsiasi lettore europeo può trarre profitto da questa lezione così colma di buon senso comune. In breve, le principali tendenze verso cui si appuntano le critiche spesso aspre di Mills sono tre. La prima è la tendenza a ragio11are nei termini di teoria della storia, ove il difetto non sta tanto nell'assumere una prospettiva enciclopedica, quanto nell'illusione di individuare « fasi » definitive del corso della storia e « regolarità » della vita sociale. In questo caso l'immaginazione sociologica peccherebbe di eccesso, in quanto si trasferisce tutta su di uno schema fisso del divenire, col quale cerca di interpretare la realtà presente e futura, costringendola e deformandola. È una critica ovvia per chi sa che la storia non si ripete mai e che, tuttavia, proprio per questo, essa può consentirci il confronto temporale tra fenomeni sociali la cui fisionomia in parte è derivabile dai condizionamenti del passato. . La seconda tendenza è rappresentata dalla grande teorizzazione. Si può dire che essa prescinde qt1asi interamente dalla storia: lavora associando e dissociando concetti, costruendo modelli di forme geon1etriche dei rapporti sociali, il cui presupposto è l'equilibrio delle parti e l'armonia del costrutto. La modellistica dei rapporti sociali di un Simmel o di un Von Wiese e, soprattutto, l'analisi strutturale-fu11zionale del sistema sociale proposta da T. Parsons, sono gli esempi di quello che Mills chiama gioco intellettuale 103 Bibliotecaginobianco

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