Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Politique jamais ed ogni tentativo di conciliarle, come irrealizzabile (più ancora, indesiderabile). Su «Grazia» del 17 febbraio, veniva pubblicata una novella intitolata « Carriera o matrimonio?», che definiremmo esemplare. Eccone la trama: una giovane donna, brillantemente riuscita nel proprio lavoro, incontra casualmente Camilla, una vecchia amica di sua madre. Da bambina, ella aveva considerato Camilla come una zitella, e molto si era stupìta all'annuncio che quel « fossile » aveva trovato marito. Ora, finalmente, si rende conto che Camilla, pur avendo « perso un treno, il rapido della passione travolgente », ha avuto nondimeno la saggezza « di saper prendere l'accelerato; meno eccitante, meno lussuoso, un poco antiquato, meno veloce, ma capace di farle assaporare tutte le sfumature del paesaggio, e l'innegabile fascino di ogni fermata alle stazioncine fiorite ». Così, la protagonista capisce che è stata lei a « perdere il treno », ed è indotta a ripensare con ani1no diverso alle attenzioni che da tempo le viene prodigando un tranquillo, e poco romantico, professore di liceo. All'improvviso, ella decide di raggiungere in biblioteca « il caro, vecchio Ben ». Ed ecco la conclusione della novella: « Quasi corro; incontro la mia amica Amy, che mi guarda stupìta: "Sylvia ", esclama, "dove vai così in fretta?" Non mi fermo neppure, e le grido: « Corro a prendere il treno " » 13 • Se poniamo a confronto i racconti che vengono pubblicati sui vari periodici femminili, ci accorgiamo subito che esiste fra loro una singolare rassomiglianza. Si tratta di una « uniformità nel mediocre », che trova spiegazione non soltanto nella riluttanza degli scrittori « impegnati » a veder comparire il proprio nome su pubblicazioni destinate alla massa, ma anche nei limiti di forma e di contenuto imposti agli autori da un codice rigoroso. Il moralismo cattolico accoppiato a certo puritanesimo di marca anglosassone: ecco il clima obbligato di questi racconti, dove il linguaggio è castigato, i valori borghesi tradizionali esaltati, il lieto fine immancabile. Una narrativa, dunque, « funzionale quanto le ricette di cucina », anche se induce a certo bovarismo di nuova lega. Ed è significativo che, così come nei fotoromanzi si attinge a piene mani ai f euilletons dell'Ottocento francese, qui predominano gli ambienti e i personaggi anglosassoni: sembra che gli inglesi, in particolare, « sappiano parlare della fa111iglia, degli animali, della campagna, e congegnare delle trame poliziesche che non perdo,no di umanità e di sensibilità » 14 • Bisogna dire, peraltro, che la narrativa occupa uno spazio abbastanza limitato, sui periodici femminili; generalmente, non viene supe13 Ann H. Hawk, Carriera o 1natrimonio?, « Grazia», 17 febbraio 1963. 14 E. Sullerot. op cit., p. 139. 99 Bibliotecaginobianc ·

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