La Redazione prospettive di nuova azione concreta che le modifiche intervenute in tale rapporto sembrano schiudere per quei paesi dell'Europa continentale, che hanno superato la miseria del dopogt1erra ed hanno conosciuto negli ultimi anni una spettacolare crescita economica. Da entrambe queste assunzioni la Francia gollista ha dedotto con rigore· cartesiano la necessità di un armamento nucleare nazionale come il solo mezzo atto a restaurare la credibilità di una ritorsio11e atomica in conseguenza di un attacco sovietico sul vecchio continente; e insieme come lo strumento necessario per sfruttare pienamente le nuove possibilità di azione internazionale della Francia stessa. E qui conyiene affrontare brevemente agli aspetti puramente militari del problema della farce de frappe francese, poiché 11na loro considerazione non è irrilevante ai fini della nostra analisi. Si è detto più volte che la forza nucleare di cui sarà dotata la Francia è quasi ridicola: e in effetti, se è vero che non bisogna sottovalutare la tecnologia francese che è tra le più avanzate d'Europa, che non bisogna dimenticare che se l'accordo Bonn-Parigi si consolida i francesi potranno contare quasi certamente sulla collaborazione tecnica e finanziaria tedesca, che i medesimi francesi hanno già prodotto un prototipo di missile medio e che, finalmente, la Francia è di tutti i paesi del MEC il solo ad avere in costruzione uno stabilimento cosiddetto di separazione isotopica, ossia per la produzione di uranio forten1e11te arricchito, il quale le dovrebbe consentire per il 1966 di avere a sua disposizione una notevole quantità di uranio arricchito al novanta per cento o più (per le bombe H) e parecchio tempo prima quello arricchito al venti per cento (che è, a quel che sembra, il livello di arricchimento necessario pei sottomarini atomici: attualmente Parigi possiede una piccola quantità di uranio arricchito al venti per cento cedutole dagli Stati lJniti, ma, per gli accordi di cessione, non può sperimentare cl1e su terra i reattori che adoperano questo tipo di uranio); se è vero tutto ciò, è vero anche che la forza atomica francese, che dovrebbe essere pronta per la fine del '63 o la metà del '64, consisterebbe soltanto di un centinaio di bombe A di potenza tripla di quella di Hiroshima (e, dunque, siamo ancora loJntanissimi da un solo megatone), trasportate dai Mirages IV, sul cui numero non si hanno cifre sicure, ma di cui è certo che hanno bisogno di essere riforniti in volo dai 10 CK-135 americani, cl1e sarebbero, tuttavia, già stati acquistati (tre?) negli Stati Uniti; ed è vero, altresì, che solo tra il 1968 ed il 1970 Parigi dovrebbe avere pronti da uno a tre (anche qui le cifre sono incerte) sottomarini atomici armati di missili con testate nucleari. Ora, quando si paragona questo arsenale atomico francese non solo e no11 tanto alle quaranta-cinquantamila 8 Bibliotecaginobianco.
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