L'esilio dalla realtà per lo spettatore che ignori le regole del gioco» 7 • E non sarà certo dai fotoromanzi, aggiungiamo noi, che la sprovveduta lettrice potrà farsi un'idea dell'autentico gioco letterario 8 • Naturalmente, la pubblicistica dei fotoromanzi potrebbe sollevarsi a più accettabili livelli (ed assumere, di conseguenza, quel carattere strumentale che Mannucci le attribuisce) qualora in essa venissero impegnati scrittori e giornalisti di qualche rilievo. Si tratta, peraltro, di una eventualità praticamente inesistente: sia perché la gente di cultura nutre una inguaribile diffidenza verso le comunicazioni di massa, sia perché gli stessi editori esiterebbero a compromettere, con un mutamento di indirizzo, lo straordinario successo ottenuto dalla formula attuale. Va ricordato, d'altronde, che gli appassionati del « fumetto illustrato » sono pienamente soddisfatti di quanto viene loro proposto. 7 Ernest van den Haag, Of happiness and despair we have no measure, in « Mass Culture», p. 526. 8 Proprio in questi giorni, il settimanale « Luna Park » pubblica un fotoromanzo a puntate tratto da « I Fratelli Karamazov » di Dostoievski. Facciamo un confronto tra il testo originale e la riduzione che ne è stata fatta. Nella puntata apparsa sul numero del 14 febbraio, viene descritto l'incontro di Dimitri Karamazov con Katerina Ivanovna. Il romanzo si limita a poche righe, sufficienti a mettere in luce l'atteggiamento mentale, piuttosto cinico, di Dimitri: « Una volta, in casa del comandante della batteria, vidi che lei mi squadrava, ma io non mi mossi: non m'interessa, pensai, di fare la vostra conoscenza. Solo qualche giorno dopo, a un'altra serata, mi avvicinai a lei e le rivols,i la parola: mi guardò appena e fece una smorfia di disprezzo. Aspetta un po', dissi tra me, e mi vendicherò! A quel tempo mi comportavo quasi sempre come un soldataccio di ventura, e lo sentivo anch'io ». Ed ecco la versione di « Luna Park »: « Dimitri. .., nel vederla, si sente schiavo di una timidezza quale non ha mai provato per nessun'altra donna. Katerina, lusingata dall'ammirazione di quell'ufficiale sconosciuto, gli rivolge involontariarnente un grazioso sorriso. È un sorriso che sembra quasi un invito, e incoraggia Dimitri a chiederle un ballo. 'Posso sollecitare l'onore di una danza, Katerina lvanovna? Se mi consentite di presentarmi, sono il tenente Dimitri Fiodorovic Karamazov '. Udendo quel nome, Katerina sembra richiudersi in se stessa: il sorriso le scompare dalle labbra, e le mani lasciano sfuggire il fazzoletto di trina, che Dimitri si china a raccogliere. Ma, gelida e imperiosa, la voce della fanciulla lo ferma. 'Lasciatelo dove si trova, Dimitri Fiodorovic! Da voi r1on accetto nulla! ' Interdetto, Dimitri si rialza. lentamente. 'Katerina Ivanovna ... Perché ...?' Lei non gli risponde. Si allontana come per sottrarsi a un essere spregevole. Poi gli volta le spalle e si allontana (sic). '(Inferno!)' Agatja ha assistito alla scena e ora si avvicina sinceramente addolorata. ' Mi dispiace, Dimitri. Non immaginavo che mia sorella si sarebbe comportata in quel modo. Ma dovete capirla: è appena uscita di collegio. È così. .. delicata ...' ' Mentre io sono un ufficialaccio venuto dalla gavetta, indegno perfino di sfiorarle il vestito! È questa la ragione?! ' ' No. È che si dicono tante brutte cose sul vostro conto. E lei, così piena di orgoglio... così profondamente onesta ...' ' Piena di orgoglio! Ora vedrà chi sono io! ' Si stacca incollerito da Agatja che tenta di trattenerlo e va alla ricerca di Katerina. Non sa cosa le dirà: sa soltanto che deve vederla, per un1iliarla con qualche frase sferzante, magari perfino con una villania ». Quando si « riduce » Dostoievski in questo modo, non sarebbe molto meglio non ridurlo affatto? 77 Bibliotecaginobianco
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