,, Rosellina Balbi di massa mantenendosi fedele a un'ideolo.gia pressocché identica, non , . tiene il minimo conto dei mutamenti intervenuti nelle strutture sociali. E Adorno cita, a mo' di esempio, il concetto della « purezza » femminile: da principio, esso veniva trattato nei termini di un conflitto tra la concupiscenza e l'ideale cristiano della castità, mentre la cultura di massa lo afferma oggi dogmaticamente, come un valore a sé stante 5 • Certo si è che la scelta di un feuilleton del secolo scorso rientra, consapevolmente o meno, nella politica della << fuga dalla realtà » perseguita dalla pubblicistica dei fotoromanzi; o, se si preferisce, nel messaggio conservatore che in essi è implicito. Ne$suno potrà credere che presentare in cattiva luce il marchese fellone costituisca un attacco scardinatare degli ordinamenti sociali. Qualcuno obietterà, a questo punto, che il cattivo uso di un mass 1nedium non ne giustifica la condanna. Zolla risponderebbe che i mezzi di comunicazione di massa sono, in realtà, tutt'altro che semplici mezzi, in quanto - per la loro stessa struttura - costituiscono· dei veri e propri messaggi, dei modi di configurare la realtà. Ma ammettiamo pure, per amor di discussione, che i settimanali di fotoromanzi possano ospitare, con sempre maggior frequenza, riduzio 1ni di opere culturalmente impegnate (in fondo, è quanto auspicava Mario Soldati). Forse che ne deriverebbe una più larga diffusione del testo originale? È avventato soltanto il supporlo·. Le osservazioni di Mannucci circa la riduzione televisiva dei romanzi d'alto livello, acquistano, nel caso nostro, una validità ancora maggiore: « Le persone sprovvedute che, dopo essersi epidermicamente commosse alle drammatiche vicende di qualche manichino senz'anima, acquistano il romanzo, si trovano di fronte a qualcosa che con quello che hanno visto non ha nulla da spartire » 6 • Analogo è il punto di vista dello studioso americano Ernest van den Haag. Occupandosi dei cosiddetti « romanzi condensati », tanto in voga negli Stati Uniti, van den Haag confuta la pretesa degli editori, secondo la quale le versioni mutilate di un grande romanzo costituirebbero uno stimolo alla lettura dell'opera originale. Forse che le funicolari, egli si domanda, possono mai sviluppare nei passeggeri l'amore per le scalate? Perché dunque un lettore, al quale sono state risparmiate tutte le difficoltà, le complessità, le originalità di un testo, dovrebbe desiderare di affroritarle? Né, d'altra parte, sarebbe in grado di farlo; dopo tutto, conclude va·n den Haag, « perfino una partita di baseball è priva di significato, 5 Cfr. T. W. Adorno, Television and the Patterns of Mass Culture, riportato in « Mass Culture », The Free Press, 1959, pp. 474 e seg. 6 C. Mannucci, op. cit., p. 229. 76 Bibliotecaginobianco
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