Sergio Antonucci facilitazioni, mutui, ecc. La città è anche disposta a fare debiti per realizzare un vasto piano di edilizia popolare (v~rremmo tuttavia che queste case, queste scuole, questi quartieri venissero realizzati secondo criteri civili, moderni, vitali, e non costruiti a casaccio, squallide periferie, presupposto di nuovi problemi). Per il segretario della CISL, Borra, la mancanza di manodopera locale rende l'immigrazione un fattore determinante dello sviluppo della città. Di qui, però, enormi problemi sociali: dell'abitazione, istruzione, assistenza, problemi non specifici dei meridionali o dei veneti immigrati ma dell'intera comunità nella quale gli immigrati vengono a inserirsi. Deve quindi esservi un impegno civile della società verso gli immigrati nel momento in cui essi sono alla dura ricerca di un pieno riscatto dal bisogno e dalla mortificazione. L'immigrato non deve rimanere estraneo alla nuova comunità e rinchiudersi nei clans regionalistici; nulla meglio dell'organizzazione sindacale può comprendere le sue esigenze ed aiutarlo a diventare parte attiva della comunità cittadina, artefice responsabile del proprio domani. Per l'on. Donat Cattin i dati forniti da Anselmetti sull'impegno del Comune non sono sufficienti. Il problema della casa sta assumendo aspetti dra1nmatici: nel 1960 e '61 si sono avuti 100.000 immigrati e sono stati costruiti solo 60.000 vani, me11tre nel '57/58 si erano avuti 63.000 immigrati e furono costruiti 80.000 vani. L'incremento di 300.000 abitanti in dieci anni si è ripercosso sulle strutture della città mettendo in crisi tutti i servizi pubblici, dalle scuole agli ospedali: contro un aumento della popolazione del 42%, i posti letto sono aumentati del 12%. Il fatto positivo della grande espansione economica si è, però, svolto in modo errato, senza organicità e coordinamento, perché non ha eliminato, anzi ha accentuato i gravi squilibri settoriali e geografici della società italiana. È necessaria ed urgente l'attuazione di una politica di piano per regolare il flusso migratorio perché l'emigrazione, nella misura in cui arricchisce il Nord, impoverisce il Sud, compromettendo,ne irreparabilmente le possibilità di sviluppo industriale, e costringendo popolazioni intere a dover abbandonare i pro·pri paesi per trovare un'occupazione. Ma la politica di piano è ancora ai primi passi in Italia, e per molti anni la nostra espansione economica continuerà a concentrarsi nelle attuali zone già sviluppate; così, se non vi saranno intervenuti almeno locali ben pianificati e diretti, si accentuerà la crisi dei pubblici . . servizi. Don Allais, Direttore del Centro Assistenza Immigrati, ha fornito dati impressionanti sulle condizioni di vita degl'immigrati. Eccone alcuni: in una zona il 24% dei capifamiglia meridionali, in un'altra il 34%, è stato colpito da malattie reumatiche e bronchiali a causa di abitazioni malsane. Si · sono registrati affollamenti che da un minimo di 1,5 arrivano a 5/7 abitanti per vano. Le statistiche ufficiali del Comune parlano di un 30% di meridionali sul totale degl'immigrati. Ma in realtà sono molti di più. L'anagrafe, infatti, registra il Comune di ultipia appartenenza, e molti immigrati 68 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==