Editor-ial~ proprio punto di vista, _poiché ne aveva uno, evidentemente, e aveva capito che ci stavamo avvian·do verso una crisi assai grave, come la conferenza-stampa di De Gaulle intervenuta pochi giorni dopo doveva chiaramente dimostrare. Ma lasciamo stare la campag11a di stampa scatenata contro La Malfa e vediamo, per concludere, perché la sola cosa che resta da fare è di raccogliere le forze in tutti i paesi etlropei per una battaglia d'arresto contro i nazionalisti francesi. Il Mercato Comune è in crisi. Ma non si dica che la colpa di questa crisi è degli olandesi o degli italiani che frappongono ostacoli e difficoltà al varo di provvedimenti cl1e erano stati già negoziati fra i Sei, . provvedimenti per l'agricoltiLra e per i paesi d'oltremare. La colpa è tutta dei francesi, è tutta di De Gaulle. È a De Gaulle, quindi, che si deve ora far capire chiaramente che così non si può andare avanti, così si rischia di sfasciare tutto, perché non c'è più convenienza a portare avanti una costruzione di cui De Gaulle pretende di servirsi per fini che non possono essere condivisi dagli altri paesi della Comunità. E questo lo si può far capire non con la «prudenza» raccomandata dai diplomatici, non con lo « spirito accomodante » cui fanno appello i giornali moderati, ma con una serie di reazioni politiche concatenate e quanto mai risolute. Con la «prudenza» e con lo « spirito accomodante » siamo arrivati al punto cui siamo arrivati, alla crisi gravissima che De Gaulle ha deciso di aprire. Se è venuto il momento, quindi, di itno scontro frontale fra i democratici europei ed i naziona- , listi francesi, è De Gaulle che lo ha voluto. Tra l'altro, se i democratici europei si sottraessero a questo scontro cercando soluzioni dilatorie e interlocutorie ai problemi creati da De Gaulle, cercando di tener buono quest'ultimo, cercando di salvare il salvabile, come suol dirsi, non salverebbero proprio niente. Scontro frontale, dunque, davanti a tutta l'opiniotie pubblica europea. Si tratta di affermare chiaro e forte che nessuno è disposto, fra i democratici europei, a consetztire che il MEC - che doveva essere la tappa fondamentale per il traguardo dell'Europa unita sotto il reggimento di istitiLzioni sovranazionali - diventi niente altro che uno degli strumenti del nazionalismo di De Gaulle. Si tratta di creare una C<:Jmunepiattaforma politica antigollista ed europeista fra tutti i partiti democratici dei sei paesi del MEC. Si tratta di isolare De Gaulle, isolando la Francia perché gollista e in, quanto gollista. Come ha scritto « The Eco11omist » del 9 febbraio, « il generale De Gaulle raggiunge i suoi obiettivi non solamente mediante la sua audacia... ma anche attraverso il corrispondente scarso coraggio dei suoi 5 Bibliotecaginobianco
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