Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Giornale a più voci 1970. Il prof. Guerci, di Genova non si prospetta la possibilità di una diversa soluzione: egli addita l'urgenza di piani per l'inserimento dei meridionali, per coordinarne l'afflusso, per migliorarne la formazione professionale, ma anche quella di base: civile e democratica. Oggi occorrono anche qualità morali di indipendenza ed iniziativa, che non gli sembrano le più spiccate nei meridionali. Ciò d'altra parte corrisponde al bisogno che sentono i meridionali - come ha osservato mons. Torrazza, delegato arcivescovile, di essere inseriti no11 solo nella comunità aziendale, ma anche nella comunità civile. Gli interventi di Pianese e Capizzi sono stati criticati da una parte dei presenti in quanto avrebbero divagato dal tema del convegno, riservato all'adattamento dei meridionali nel Nord. Se ciò è vero da un punto di vista formale, è anche vero che il problema è molto più vasto e articolato; e l'inserimento dei meridionali al Nord non è uno tra le conseguenze. Comunque ci sembrano indicative di tutto un atteggiamento, e non casuali, le idee espresse, nel corso di uno di questi interventi restrittivi, dal prof. Bongioanni, ordinario di Pedagogia della Facoltà di Magistero di Genova, il quale presiedeva la riunione.- Dopo l'elogio degli operai siciliani fatto da Pianese, Bongioanni si è chiesto se i meridionali rimasti fuori dai cancelli delle aziende non fossero appunto i meno capaci, e perciò esclusi dall'assunzione. Il che potrebbe dimostrare che al Nord non sarebbero venuti i più coraggiosi, intraprendenti, validi, ma i più fatalisti, sfaccendati, i gene-- rici, quelli già inferiori al proprio paese e che per questi motivi sono rassegnati a umili e non sono animati dal desiderio di progredire. In altro intervento successivo a quello di Capizzi - questo il filo di seta col quale erano cucite fra loro le varie parti della discussione - lo stesso Bongioanni, convenendo sulla necessità di « tamponare l'emorragia», ha parlato di' « necessità di w1a terapia in sito ... per evitare che i germi dell'infezione si propaghino ... ». Per evitare che il Nord ne venga infettato. Mezzo milione di Italiani di queste zone infette - questo sangue marcio - sono fra i protagonisti dello sviluppo odierno dell'economia svizzera, un altro mezzo in Germania, quasi due finora nel Nord Italia... I germi dell'infezione dilagano ... Linguaggio diverso quello dell'avv. Einaudi, capo del personale Italsider. Contrario alla limitazione geografica della discussione, egli vede il risolversi del proble1na attraverso generazioni. Comunque dobbiamo evitare di discutere oggi di situazioni valide 5 o 6 anni or sono e che saranno ancor meno attuali quando ne fossimo venuti a capo. Il quadro generale nel quale va inserito il fenomeno è caratterizzato da fattori grandiosi: lo sviluppo industriale, la rivoluzione tecnologica, la dilatazio_ne dei mercati. Questi nuovi elementi consentono alle grandi aziende di operare su scacchieri molto più vasti e di indirizzare i nuovi programmi di espansione là dove sia reperibile la manodopera. Comunque, ogni studio sui meridionali al Nord non deve portare a generalizzazioni: la stessa Italsider, che pure ha il 15% delle proprie maestranze di Genova costituito da meridionali, ed ha a Bagnoli 63 Bib-liotecaginobianco

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