Paolo Foglia - Sergio Antonucci alle pressioni dei genitori, sono stati costretti all'ulti~o momento a mutare la scelta dei libri in programma, sacrificando quei pochi che, pagando n1agari di tasca propria, si erano affrettati a mettersi in regola. Tutto questo ha generato disguidi, proteste, e una confusione maggiore di quella che generalmente regna nel can1po della nostra istruzione. Uno dei tanti effetti è stato quello di far cominciare le lezioni con grandissimo ritardo, o di non farle cominciare affatto. Il sistema dei « buoni », infine, è risultato enormemente complicato, dovendo combaciare le « cedole » distribuite alle famiglie con quelle rimaste presso i Provveditorati. È successo (e come poteva non accadere?) che le « cedole figlie» non hanno quasi mai trovate le « cedole madri », facendo sorgere un mucchio di difficoltà nel momento in cui era necessario tirare i conti. Questi che abbiamo tracciato sono i limiti della legge. Come avevamo avvertito al principio alcuni di essi sono imputabili a solo difetto di organizzazione; e si possono perciò facilmente rimuovere. Ma ve ne sono· altri che sono legati allo stesso contenuto della legge. La denuncia di questi e di quelli non riguarda certo la validità della iniziativa, almeno come era nelle intenzioni del legislatore. Apre, tt1ttavia, uno spiragli.o sulle strade che, nel campo della istruzione obbligatoria, sono ancora da percorrere; e che non è lecito piu a lungo ignorare. PAOLO FOGLIA Due convegni sugli immigrati Il problema dell'immigrazione meridionale continua ad essere all'ordine del giorno nelle grandi città del Nord. Si susseguono i convegni, i dibattiti, le inchieste, gli articoli dedicati all'argomento. A Genova, in dicembre, a poche settimane dalla prima iniziativa del genere, l'Istituto di scienze sociali promuove un secondo dibattito sul pr~ blema dell'inserimento dei meridionali al Nord. A Torino, ai primi di febbraio, organizzate dalla CISL, due giornate di discussione sul tema: Torino, gli immigrati, la classe operaia». Le due manifestazioni, diverse come impostazione ed angolo visuale organizzativa dei problema, come atteggiamenti che ne sono emersi, come matrice (sostanzialmente padronale quella di Genova, sindacale quella di Tori_no), rispecchiano tuttavia la identità del problema che le classi dirigenti e tutti gli strati sociali delle due città - e delle altre grandi e medie città del Nord - si trovano a dover affrontare: l'afflusso massiccio, prepotente, vivificatore, ma trasformatore, e da qualche punto di vista eversore, di queste moltitudini di immigrati. Le città sentono l'inadeguatezza delle proprie strutture - mentali e 58 Bibliotecaginobianco ..
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