Editoriale Si è detto pure che La Malf a aveva fatto una sortita di politica estera per correggere certi sbandamenti della maggioranza, per motivi, cioè, di politica interna. Ma La Malfa, dopotutto, aveva implicitamente anticipato le reazioni che poi sono state quelle di tutti i democristiani europei e degli stessi uomini che possono considerare il MEC come una loro propria creatura, Monnet in primo luogo. E quindi sia gli attacchi scoperti o subdoli a La Malf a, sia i tendenziosi tentativi di dimostrare che le sue prese di posizione antigolliste suscitavano contrasti più o meno unanimi, o per lo meno perplessità, all'interno del governo, e da parte dei rtzinistri dorotei in particolare, sia le corrispondenze dei quotidiani ed i comunicati d'agenzie scritti allo scopo di sminuire quelle prese di posizione o addirittura di alterarne il senso, sono stati dettati, questi sì, da nzotivi di politica interna (vale la pena di ricordare, a questo proposito, itna corrispondenza di Piero Ottone al « Corriere della Sera » perché tale corrispondenza, scritta peraltro alla vigilia della conferenza-stampa di De Gaulle, ha rappresentato un casolimite di irresponsabile settaris1no). E così, quando ci si domanda, più o meno stupiti, perché uo1nini come l'on. Gonella e l'on. Scelba, che erano stati con De Gasperi f aittori di solitzioni europeistiche interpretate in senso rigorosan1ente antinazionalista, si sono ritrovati ora non dalla parte dei democralici, non dalla parte dei Monnet e dei La Malfa, ma dalla parte dei fascisti, degli irriducibili reazionari e degli incalliti nazionalisti che praticano un europeismo tutto strumentale e inaccettabile nelle sue pre,nesse e nei suoi fini, quando ci si domanda, cioè, quali sono le ragioni del filogollismo di questi uomini non si può trovare altra risposta che questa: essi ubbidiscono oramai a rifiessi poliiici che sono esclusivamente condizionati dall'avversione al centrosinistra, e più ancora agli i1omini del centro-sinistra. E allora non è lecito dire che La Malf a ha fatto itna sortita di politica estera per motivi di politica interna. Si è detto, infine, che il Ministro del Bilancio non può « mettersi a fare il Ministro degli Esteri ». E questo è giusto. Ma La Malf a si è guardato bene dal « mettersi a fare il Ministro degli Esteri », Ogni ministro che partecipa all'opera di un organo comunque collegiale, ha il diritto e il dovere, però, di prendere posizione quando si deve decidere di questioni che, anche se non di sua esclusiva competenza, coinvolgono chiaramente interessi politici di ordine generale. È nella piena coscienza di questo diritto e di questo dovere che La Malf a ha scritto a Fanfani e per conoscenza a Piccioni e a Colombo, il nego·ziatore di Bruxelles, comunicando, cioè, a chi era specificamente competente per le questioni sollevate dai difficili negoziati con la Gran Bretagna, il 4 Bibliotecaginobianco
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