Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Giornale a più voci gran parte di scolari (tutti gli altri) che in effetti non ne avrebbero assoluto bisogno. E ai piì1 poveri - è lecito aggiungere - offrono un giova1nento assai tenue, poiché per le loro fainiglie il maggior « costo» degli studi non f", è certo costituito dai libri, ma da tutta un'altra serie di esigenze (vestiti, colazione, cancelleria, trasporti eccetera). È stato osservato, per tutte queste ragioni, che sarebbe stato quindi più utile una forma di sussidio per i soli bambini meno abbienti, evitando dispersioni in favore di quelli più fortunati con un provvedimento esteso a tutti indiscriminatamente. E ciò, indubbiamente, no,n è stato detto senza un qualche fondamento di verità, se si ricorda lo stato di disagio i11 cui si trovano non pochi alunni delle elementari, come documentò anni fa (ma è una indagine ancora attuale) Rocco Scotellaro in una sua inchiesta sulla scuola in Basilicata, al termine della quale egli potette affermare « che tutte le assenze scolastiche dipendono dal fatto che i ragazzi, specialmente nella prima età, sono privi quasi totalmente degli alimenti necessari allo sforzo intellettuale, richiesto dalla frequenza scolastica, latte, zucchero e prodotti vitaminici in genere ». Ritornando alla applicazione della legge, vi sono ancora altre considerazioni da fare. La distribuzione dei testi non ha potuto essere uniforme in tutte le zone: si è svolta con scarso successo nelle grandi città, ha lambito i centri delle province più ricche, non ha neppure toccato i paesi delle regioni meno progredite. Questo si deve a un difetto di organizzazione, che non ha prodotto una sola conseguenza negativa. L'applicazione del provvedimento non è avvenuto, come pure qualcuno aveva auspicato (citiamo per tutti « Scuola e città», la rivista di Codignola), sotto il controllo del Patronato Scolastico, che avrebbe potuto almeno evitare ogni lungaggine burocratica. Il Ministero l1a preferito battere strade più complicate. Ha sJanziato la somma, ma non l'ha messa subito a disposizione. I vari Provveditorati hanno ricevuto un certo numero di «buoni»; questi sono stati consegnati ai genitori dei ragazzi che avrebbero così dovuto ritirare i testi presso qualsiasi libreria. Senonché queste ultime non sempre erano fornite dei libri richiesti; anzi, non sempre avevano accettato la « convenzione » col Ministero, in base alla quale avvrebbero dovuto accogliere, in cambio ai libri, una specie di titolo di credito da riscuotere soltanto più tardi; tanto più che il margine di guadagno loro consentito era stato perfino ridotto co11 l'imposizione di uno « sconto» del dieci per cento su ciascun libro venduto. Ora nelle grandi città si sono trovati librai (sia pure uno su cinquanta) che non hanno rifiutato l' « appalto »; nei piccoli centri, dove le entrate sono più magre, se ne sono trovati di meno animati da buona volontà; nelle frazioni più dista11ti non è neppure il caso di parlarne. · È accaduto così che nei centri minori e più « depressi » quasi tutti hanno stracciato la « cedola » che dava loro diritto al beneficio,; quelli che ne hanno fruito sono stati costretti a lunghi tragitti nei paesi vicini, finendo in tal modo per spendere molto più per il viaggio di quanto risparmiavano con l'acquisto gratuito dei libri. In molti casi, superate tutte queste difficoltà, non si sono trovati i testi degli autori richiesti; e gli insegnanti, di fronte 57 Bibliòtecaginobianco

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