Paolo Foglia non sono autorizzati a rilasciare titoli di studio; ed esclude, perciò, anche le scuole « sussidiate», che sono le più povere d'Italia. Qu.este possono essere istituite su iniziativa di qualsiasi maestro., a non meno di due chilometri dai centri abitati, ma in realtà sorgono nelle contrade più remote e desolate del territorio nazio,nale e raccolgono figli di p,astori e di contadini cl1e altrimenti non avrebbero nessuna altra possibilità di stabilire un contatto con il mondo civile. Esse rappresentano in t1n certo senso l'estrema propaggine della istruzione elementare e giungono dove lo Stato non arriva. Tanto per darne una idea, citeremo due esempi che vennero riferiti nella relazione di Zanotti-Bianco a un « convegno degli amici del Mondo» (cfr. « Dibattito sulla scuola». Ed. Laterza): la scuola-ovile di Pastinà, frazione di Verbicaro, dove le lezioni si tengono in una capanna « quando le pecore partono per i monti» e no,n si tengono affatto « quando le pecore tornano in pianura»; e la scuola di Jotta, nel Materano « dove i bimbi recano ogni giorno un mattone ciascuno, per poter alzare alcuni pilastrini su cui poggiare le assi loro date da q11alche artigiano. E ogni giorno rifanno la strada co,n quel mattone perché non venga loro rubato ». Un'altra colpa che viene attribuita al provvedimento sui libri trae origine da una analisi più attenta delle attuali condizioni della scuola elementare. La legge fornisce i testi in programma a tutti quelli che frequentano la scuola elementare; a tutti, come abbiamo detto prima, senza distinzioni di ordine economico, quindi anche a coloro che non ne avrebbero bisogno. E sono proprio questi ultimi che ne traggono p,robabilmente i maggiori vantaggi. Cerchiamo di seguire brevemente il ragionamento che permette una simile conclusione. La situazione della istruzione obbligatoria è nota. Ma sarà bene ricordare ugualmente qt1alche dato. l.,a prima legge sull'obbligo della frequenza sco•lastica, fissata fino alla seconda classe elementare, risale al 1859, alla famosa legge Casati; famosa per essere rimasta in gran parte una p1 ura affermazione di principio. Quella successiva, dovuta a Coppini nel 1877, non trovò migliore fortuna, tanto che nel censimento del 1911 fu stabilito che la metà dei fanciulli in età di obbligo, non andava a scuola; e che la percentuale delle evasioni aumentava nella misura in cui diminuiva il reddito della popolazione; era, cioè, maggio,re nei paesi più arretrati e raggiungeva, difatti, cifre altissime nel Mezzogiorno. Da allora, certo, passi in avanti se ne sono fatti. Ancora oggi, tuttavia, le evasioni sono troppe e si calcola che raggiungano nel Meridione un totale del venticinque per cento (senza contare il numero di quelli che ripetono all'infinito ·una classe). Se si tiene conto, infine, che le percentuali negative sono maggiori nelle campagne, minori nelle città, maggio,ri nelle zone più diseredate, minori in quelle più ricche, non si è molto lontani dalla verità quando si afferma che non vanno a scuola proprio i ragazzi che appartengo,no alle classi più disagiate; mentre quelli che la freque11tano, forse per più della metà, provengono da categorie sociali non biso1 gnose. Tratte queste conclusioni, se ne deduce ovviamente che i libri gratuiti recano un uguale beneficio a una piccola frazione di fanciulli che vivono in condizioni di mìseria e a una 56 Bibliotecaginobianco
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