Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Michele Novielli ieri era un'idea che inseguivo, un processo di stati d'animo che si svolgeva nel fondo dell'animo del contadino, oggi è diventata un edificio che visito, un processo di problemi tecnici che si svolge all'esterno, più facile ad identificarsi. Ieri ero ospite nella casa del pioniere di un'avventura psicologica; oggi sono ospite nella sede di nn'organizzazione moderna. Il pioniere è diventato un presidente. L'idea maturava davanti al notaio Racanelli, all'atto della firma dei nove coltivatori diretti che componevano l'istituzione; l'istituzione nasceva con la costruzione dell'edificio. Sono nel piccolo, provvisorio ufficio dell'Elaiopolio che sta alla periferia del paese, a circa un chilometro dal centro. La costruzione è bassa e rettangolare, circondata da poche case e dai prati orizzontali, fitti di alberi di olive. Spicca da lontano come 11n deposito di merci. A una diecina di passi dall'ingresso si avverte il rumin.io meccanico di un frantoio moderno: qui la macchina ingoia, mastica, stritola l'oliva, la rende una massa informe, grumosa, infine la converte in liquido denso, verdastro. Appena varcato l'ingresso, ti investe l'odore acuto dell'olio fresco, quello acido delle olive che maturano in grossi mucchi distesi sul pavimento di cemento e limitati da pezzi di tufo, l'odore volgare delle n1orchie accolte in vasche di cemento e quello legnoso delle sanse depositate i11 una stanza, oltre il separatore . mecca111co. Il frantoio è fornito di u11a macina meccanica (l'unica del genere nei frantoi di Sa11nicandro, che sono nove e a conduzione privata), di un separatore (l'unico del genere nei frantoi della provincia barese) e di cinque presse meccaniche (tutti i frantoi locali ne sono forniti). La fabbrica costruttrice del separatore, della n1acina e delle .presse è la Rapanelli di Foligno. A dare uno sguardo attento al complesso, si capisce che c'è ancora abbastanza da sviluppare e molto ancora da iniziare. La cooperativa ha obiettivi immediati da raggiungere, i soli che interessino i contadini soci. Le presse devono essere più nt1merose; devono essere costruiti moderni e capaci depositi per le olive; l'olio deve essere accolto in grandi cisterne sotterranee: sono gli obiettivi immediati legati al sempre crescente numero dei soci e quindi alla maggiore produzione dell'olio. È il tempo, questo, in cui una cooperativa_ meridionale deve dare t1na sensazione di sicurezza al contadino: questa idea, il coltivatore diretto della provincia barese la sente più forte del desiderio di maggiori guadagni; inizialmente, nelle prime esperienze cooperativistiche, non deve rimetterci, gli basta ricavare lo stesso profitto degli anni precedenti, ma questa volta con in più la sicurezza conquistata. Seguiranno poi agli obiettivi immediati le prospettive lontane: quando la cooperativa, dopo aver dato ai contadini la sensazione precisa della sicurezza, proporrà nuove esigenze, nuovi problemi, nuovi sistemi di rendimento e di produzione. Nella piccola stanza adibita ad ufficio parlo con il giovane presidente, Tommaso De Pinto: sono presenti il ragioniere, il capo reparto e alcuni vecchi proprietari terrieri, che sono diventati soci (co·ntadini cioè, diventati collaboratori: convertiti ad una nuova dimensione della realtà più che 48 Bibiiotecaginobianeo

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