Note della Redazione Non ci soff er;nerenio comunque su ques t'ultin1a aff er1nazione, perché i lettori di questa rivista conosco-no benissimo la nostra opinione al riguardo: fintanto che le leve di co111ando resteranno nelle mani dei vecchi, e screditati, gruppi dirigenti napoletani, non v'è legge speciale che possa risanare la situazione della città. Resta peraltro il fatto che, se si reputa utile, o addirittura necessario, fare della beneficenza, occorrerebbe farla i11 tono so1n1nesso, e quasi di scusa: sottolineando, cioè, che certe ùiiziative sono giustificate, ammesso e non concesso che lo siano, dal perdurare di condizioni di vita inani1nissibili, ed impegna1idosi, nello stesso tempo, a lottare duraniente perché quelle condizioni vengano al più presto modificate. Limitarsi, per contro, ad esaltare la generosità della cittadinanza, aff erniare che la « popolarita » del San Carlo risulta accresciuta dal fatto che esso va ospitando, da parecchi anni, gli spettacoli per « Bontà di Napoli» ( quantunque nioltissimi napoletani non siano· 1nai eritrati nel teatro, osserva g. a. sul « Mattino», « grazie a quella totale assenza di astio sociale, che costituisce il pregio n1aggiore del popolo napoletano, quei 1noltissi111i no11 invidiano affatto que' fortunati che vi possono niettere piede »), sig11ifica volere ignorare, in non1e di banalità orniai ampiamente scontate, il travaglio di una città che, pure, si pretende di rappresentare. Lo straccione che si appaga di ca11zoni, di sole, e, perché no? di carità, è una irnmagine oleografica, che dovrebbe avere fatto definitiva111ente il suo tempo. E coniunque non sianzo disposti affatto a riconoscere che una certa citpa rassegnazione, che euf e111istica11iente si usa chianiare « assenza di astio sociale », sia il « pregio maggiore del popolo napoletano »: essa è l'eredità di vicende storiche che tutti co11oscia1no, un'eredità che ancora non sian io riitsciti a liquidare. L'Acropoli Le Edizioni Scientifiche Italiane hanno dato vita ad una nuova collana di studi e di saggi: L'Acropoli. La ripresa dellq, vecchia insegna omodeiana ha una sita ragion d'essere. La collana si propone, infatti, co1ne è detto nella presentazio11e editoriale, di riaffer1nare « valori e idee inseparabili dal concetto e dalla prassi di u11a libera e civile convivenza » e di soddisfare « al diffuso bisogno di una rinnovata discussione, in forma agile ed esse11ziale, dei più attuali problenii della vita associata e delle scienze dell'uo1110 ». Siamo quindi nel pieno di una probleniatica intimamente connessa con quelle preoccupazioni e con quelle aspirazioni di cui si sostanziò negli ultimi anni la meditaziorze e l'attività _pubblicistica del grande storico siciliano. Preoccupaziotzi ed aspirazion.i alle quali vanno dando peraltro una sempre maggiore attualità ed urgen.za gli stessi sviluppi politico-sociali e culturali di questi ultùni anni. Poiché, se, da u11a parte, non si possono ritenere soddisfatte se non in misura assai parziale le richieste di libertà e di democrazia che furo11.o avanzate con tanta passione civile e morale nei primis41 Bibliotecaginobianco
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