Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Franco Fiorelli infrastrutture, il diretto intervento produttiv~ delle industrie di Stato specialmente nei settori di base), con indirizzi coordinati a livello europeo 7 • Attraverso questo tipo di interventi sarà possibile realizzare, nelle varie parti del territorio, le condizioni basilari per più generalizza~e ed effettive situazioni concorrenziali (secondo i principi del Trattato), più armoniche condizioni di vita e di reddito 8 • In particolare, soltanto un processo di industrializzazione indotto nelle aree sottosviluppate potrà trattenere in loco le forze di lavoro delle infrastrutture e delle opere pubbliche e agli effetti derivanti dalla spesa pubblica, per sostenere la domanda dei propri prodotti. In un secondo tempo, invece, con l'apertura di sbocchi sul mercato europeo ed in genere sui mercati esteri, con l'incremento di reddito e di domanda verificatosi nello stesso Settentrione, il Mezzogiorno si è andato prevalentemente ponendo per l'industria settentrionale, non più come mercato di sbocco, ma come grande e potenziale riserva di mano d'opera, necessaria per alimentare un ulteriore sviluppo industriale nella stessa Italia settentrionale. . Da questo angolo visuale, assumono un aspetto « ideologico » alcune teorie recentemente emerse in sede dottrinale e riecheggiate anche durante i dibattiti parlamentari sulla politica per il Mezzogiorno: secondo cui sarebbe necessario, per stabilire più equilibrati rapporti tra risorse e popolazione nel territorio nazionale, un'esodo strutturale dal Meridione verso il Settentrione, e in ogni caso occorrerebbe un « tempo lungo» per migliorare apprezzabilmente il livello economico e le condizioni di vita del Mezzogiorno. Comunque, in seguito allo sviluppo industriale nell'Italia settentrionale ed alle possibilità di sviluppo che cominciano ad offrirsi nello stesso Mezzogiorno, oggi, di fatto, l'I talla è meno interessata alle possibilità offerte dalla libera circolazione della mano d'opera nel mercato europeo di quanto non lo fosse all'epoca dell'approntamento del Trattato di Roma: in questa luce vanno anche visti alcuni recenti passi del governo italiano per ottenere adeguate condizioni economiche e sociali per la mano d'opera emigrata. 7 Le disposizioni per il passaggio alla seconda fase di attuazione del mercato comune prevedono, relativamente agli aspetti in esame, la istituzione di un « Ufficio europeo per il coordinamento della domanda e dell'offerta di lavoro»: è chiaro che un effettivo coordinamento non potrà derivare da una mera registrazione della domanda e dell'offerta di lavoro: ma richiederà la determinazione delle stesse occasioni di lavoro, attraverso coordinati programmi. L'esigenza di un coordinamento in materia è chiaramente espressa dall'art. 49 del Trattato, che al riguardo prevede lo stabilimento di appositi «meccanismi». L'articolo, peraltro, dispone che i suddetti meccanismi « facilitino l'equilibrio in condizioni che eliminino rischi gravi per il livello di vita e di impiego delle diverse . . regiom ». In sostanza, tale disposizione (ribadita, con particolare rigore, dal « Primo regolamento sulla circolazione della mano d'opera»), muovendo da una prospettiva parziale, si preoccupa in modo speciale di salvaguardare gli interessi delle aree maggiormente sviluppate. Sotto questo profilo, la condizione citata ha natura, più che limitativa, non coerente rispetto all'asserita esigenza di stabilire un equilibrio in materia: non tanto per la portata della disposizione in sé considerata, quanto perché un effettivo equilibrio implica una visione unitaria e richiede una politica di sviluppo organica. 8 In particolar modo, la realizzazione del mercato comune _. la libera circolazione dei lavoratori, dei capitali e delle merci - potrà avviare e favorire lo sviluppo economico di alcune « regioni di frontiera», che hanno una posizione 26 Bibliotecaginobianco

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