Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Programmazione regionale e Co,nunita Europea zone direttamente interessate: tali da provocare la rott11ra di situazioni economiche stagnanti, e determinare una nuova dinamica e più elevati livelli di occupazione e di reddito, di consumi e di risparmi, di investimenti interni; obiettivo, questo, il cui conseguimento· richiede - prima ancora di speciali e specifiche misure di politica economica - che l'orientamento generale della produzione e degli investimenti e le forme di mercato non siano in contrasto con le esigenze di sviluppo delle zone sottosviluppate 5 • Le formule del Trattato di Roma cl1e possono avere una diretta incidenza ai fini della instaurazione di più armonici rapporti tra reddito e popolazione nell'area europea, sono la libera circolazione della mano d'opera, dei capitali, nonché il diritto di libero stabilimento delle imprese. Se è vero, tuttavia, che l'espansione della base interna della economia europea, nella misura necessaria e desiderata, deve fondarsi su un vasto e progressivo accrescimento del reddito nelle aree sottosviluppate ed arretrate, la prima formula (circolazione della mano d'opera) non può intendersi che concettualmente e politicamente subordinata alla seconda (circolazione dei capitali): nel senso, cioè, che i trasferimenti di popolazione dovranno essere « residuali » e di limitate proporzioni; verificarsi, cioè, soltanto laddove si siano esperiti investimenti proporzionati alle esigenze della popolazione ed alle possibilità produttive delle zone interessate 6 • Ed a tal fine, in un organico quadro programmatico, gli investimenti produttivi dovranno essere « guidati » in tali zone (attraverso incentivi e disincentivi, la creazio11e di adeguate \ 5 L'indirizzo esposto comporta una modificazione dell'orientamento attuale delle politiche economiche nazionali, che, di fatto, rappresentano una prevalente protezione degli interessi delle aree maggiormente sviluppate: basti pensare alle misure di protezione doganale e commerciale, che favoriscono in modo particolare determinate zone sviluppate ed industrializzate; o agli attuali sistemi fiscali, spesso orientati in senso antisociale. In particolare, l'indirizzo esposto comporta una modificazione nel sistema dei rapporti economici tra aree altamente sviluppate e aree sottosviluppate, che non può non riflettersi sulla stessa struttura produttiva generale e delle aree ad alto livello di reddito in particolare. Attualmente, infatti, le zone sottosviluppate, anche se di vaste dimensioni, rivestono una posizione « marginale», in forme di mercato sostanzialmente dominate da grandi concentrazioni industriali e finanziarie, che si fondano sulla struttura economico-sociale delle aree maggiormente sviluppate. Nelle zone sottosviluppate, pertanto, non soltanto si riscontrano condizioni di vita medie insufficienti, strutture economiche e rapporti di lavoro particolarmente arretrati, mancanza di autonomi meccanismi di sviluppo; la stessa utilizzazione delle risorse e gli investimenti esterni non sono commisurati ai bisogni ed alle esigenze di sviluppo di tali zone, bensì alla scala del sistema e delle esigenze produttive e commerciali che si determinano nelle aree altamente sviluppate. 6 Per ciò che riguarda la particolare posizione italiana, è da notare che in un primo tempo, nella fase postbellica, l'industria settentrionale è stata notevolmente interessata alla politica di sviluppo del Mezzogiorno, ai grandi interventi nel campo 25 Bibliotecaginobianco

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