Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

,, Programmazione regionale e Comunità Europea Solo in parte tale tipo di sviluppo può essere considerato un aspetto ed un momento di un processo storico di naturale localizzazione delle forze e dell'apparato pro·duttivo europeo, prevalentemente determinato da una fisiologica redistribuzio,ne settoriale delle forze di lavoro. In larga misura, esso appare invece dipendere dalla mancata acquisizio,ne della necessità di una programmata politica di sviluppo equilibrato, politica volta a conseguire, in via generale: a) la realizzazione di una integrale valorizzazione, ricostruzione ed integrazione delle risorse economiche naturali (agricole, idriche, minerarie) presenti nelle varie parti del territorio; b) la creazione di un adeguato sistema di infrastrtiture e l'approntamento di capitale fisso sociale, in misura adeguata alle esigenze economico-sociali ed alle potenzialità produttive delle zone interessate; e) il decentramento e la massima diffusione delle attività industriali, nel quadro di una ristrutturazione del mercato 4 • Tale mancata acquisizione e realizzazione di una politica di sviluppo spazialmente equilibrato, di fatto, si è tradotta in un tendenziale, e spesso disorganico, potenziamento dei fattori agglomerativi e cumulativi del processo di sviluppo,: talché in alcune aree maggiormente sviluppate (soprattutto nella regione parigina, ma anche in alcune regioni dell'Inghilterra, della Germania e dell'Italia settentrionale), sia pure in diversi stadi e relativamente a diverse situazioni strutturali, incominciano a prospettarsi riflessi antieconomici di tale processo, derivanti da u11a eccessiva congestione delle attività economiche e degli insediamenti umani. In ogni caso, non si è avuto uno ~viluppo delle zone meno favorite di natura e di livello tali da determinare una graduale riduzio·ne degli squilibri eco1 nomici di carattere territoriale. In particolare, si può osservare che i rilevanti movimenti migratori delle forze di lavoro che si sono avuti nei paesi europei, negli anni recenti, sono stati spesso di e11tità superiore ai posti di lavoro . addizionali che venivano· creati 11elle zone di attrazione, specie nei centri urbani; senza, tuttavia, che questi movimenti, di per sé, determinassero un apprezzabile miglioramento del rapp·o•rto reddito-po·polazione nelle zone di espulsione, che restavano sostanzialmente sottosviluppate. Da un punto di vista generale, gli squilibri indicati - alla cui radice è dato riscontrare una valorizzazione parziale e non ordinata delle risorse economiche del territorio - ostacolano la formazionedi un sistema economico territorialmente integrato ed articolato, 1m4 Gli indirizzi indicati dovranno, naturalmente, essere pers~guiti subordinatamente a prospettive ed esige]J.ze - e quindi a scelte economiche - di carattere unitario (come meglio si vedrà in seguito). 23 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==