Programmazione regionale e Comitnità Europea sviluppo economico della Calabria); altri, principalmente, in un piano organico di investimenti pubblici (Piano di rinascita della Sardegna). Il Piano di sviluppo dell'economia campana ha rappresentato certamente un'esperienza di tipo avanzato, in quanto mirava ad individuare un « meccanismo di sviluppo » regionale, nel quadro dello Schema di svilu.ppo dell'economia nazionale, generalmente conosciuto come « Piano Vanoni»; esso, tuttavia, non essendo correlato da un programma generale di tipo operativo si presentava essenzialmente uno schema di ragionamento. Sir1teticamente si può dire che, sul piano tecnico-economico, le esperienze ed i programmi di sviluppo regionale finora realizzati od elaborati nell'ambito dei Paesi dell'Europa occidentale offrono soluzioni di carattere parziale, limitatamente significative e comunque non univoche. Sul piano storico, tuttavia, essi appaiono indicativi di una tendenza di carattere generale e fondamentale, che investe l'intera area economica europea, volta a realizzare un processo di sviluppo spazialmente equilibrato; e riflettono l'esigenza delle popolazioni localmente interessate di partecipare in modo più diretto, autonomo, cosciente all'assetto economico e sociale dello Stato. Tale esigenza di partecipare appare espressione organica del generale accentuato dinamismo che l1a caratterizzato la vita econo1nica europea negli anni recenti, sia durante la fase della ricostruzione postbellica, sia durante la successiva e perdurante espansione economica; si può, infatti, dire che la stessa espansione economica, ponendo in chiara luce le dimensioni spaziali del processo di sviluppo, ha posto anche in evidenza e determinato un diverso grado ed in-appagate aspettative di partecipazione allo sviluppo. Tuttavia, è da dire che - come 11ell'ambito internazionale, nei rapporti tra Paesi progrediti e Paesi sottosviluppati, così 11ello stesso ambito europeo - ciò che è giunto a piena maturazione è la coscienza politica dei termini del sottosviluppo,, che, come dati obiettivi, da tempo preesistevano: e l'acquisizione che essi non potessero trovare soluzione in un sistema economico abbandonato ai puri automatismi di 1nercato. CONSEGUENZE DEGLI SQUILIBRI REGIONALI 2. - Mentre la necessità di garantire un processo di sviluppo economico ordinato nel tempo, sottratto cioè a profonde fluttuazioni cicliche, per la economia europea si è posta soprattutto nel periodo susseguente la grande crisi del 1929-32, l'esigenza di realizzare uno sviluppo spaziai21 Bibliotecaginobianco
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