Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Lettere al Direttore mia soltanto): il fatto che un Pri1110Ministro, che anticipa lo scioglimento della Camera dei Comuni, dia sempre un pò di tempo agli avversari per prepararsi, e che questo tempo sia di solito superiore a quello1 stabilito dalla legge nei casi ordinari, è irrilevante. E quando si sarà ammesso che la discussione è un'arma nella lotta di potere dei partiti, si dovrà ammettere per logica che è anche un'ar1na nelle mani dell'esecutivo nei confronti dei deputati. Né mi si dica che è un pezzo che non funziona più come tale: ciò accade pro1 prio perché ha funzionato prima come tale e perché resta la possibilità che potrebbe funzionare allo stesso modo domani! VITTORIO DE CAPRARIIS Moro e Fanfani Egregio Direttore, a proposito della nota della Redazione « Moro e Fanfani» comparsa su « Nord e Sud » ( gennaio 1963), 1ni permetto di precisare che la sin,istra democristiana (o perlonzeno la « Base ») non si è mai proposta di spaccare il gruppo fanf aniano, conscia del pericolo che tale frattura potrebbe costituire. Infatti, se è vero che taluni esponenti fanfaniani raggiungerebbero le posizioni della « Base », è irzdubbio però che la maggior parte di essi, sia .. per l'origine ideologica comune, sia per ottenere una posizione di potere (come sarebbe purtroppo, penso, il caso dei fanfaniani di Napoli), non solo si schiererebbe con Moro n-za f acilniente lo scavalcherebbe sulla destra, raggiungendo il gruppo doroteo: con le conseguenze che si possono im- . maginare. La tensione Moro-Fanfani, che certo sotto un certo aspetto esiste, non deve però essere drammatizzata. È naturale che Moro, agendo a livello di partito, sia portato a vedere l.a situazione da un angolo più particolaristico, mentre Fanfani, la cui azio1ie si svolge sul piano operativo di governo, debba tener presenti interessi e itmori più vari. La distinzione dei piani (per usare una formula maritainiana) fa sì che non possa trattarsi un confronto diretto tra i due leaders della D. C. La « Base » apprezza il potere de1,niurgico di Moro, e non si propone di esasperare le differenze di valutazione- politica che la dividono da lui. Anzi, al Congresso di Firenze lanciò l'appello (peraltro caduto nel vuoto) per una alleanza « tattica » che andasse da Moro alla « Base ». Per la sinistra democristiana - come del resto per tutti i democratici autentici - il nemico da battere è e deve essere il doroteismo, inteso come costume morale e politico più ancora che non come gruppo organizzato all'interno della D. C.; 125 Bibliotecaginobianco

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