Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Aldo Canonici foglio con numerose domande fiancheggiate da alcune risposte, delle quali in genere una è esatta e le altre sbagliate; l'esaminanda deve sottolineare quella esatta. Sono al contrario poche le aziende che si avventurano sul terreno dei tests di personalità siano questi di tipo proiettivo (come ad esempio il Rohrschach) o basati su questionari che sono per lo più strutturati su una nutrita serie di affermazioni per le quali si richiede al candidato di dire se egli le condivida o meno. Sulla base delle risposte, che a volte raggiungono la considerevole cifra di 4-500, vengono costruiti dei profili di personalità che evidenziano fattori quali: l'adattabilità sociale, la dominanza, il conformismo, il successo, la femminilità, ecc .. (Naturalmente il problema non è solo metodologico, ma abbraccia un business di interessi finanziari che negli Stati Uniti supera il milione di dollari, il che pone la polemica su un piano tutt'altro che disinteressato). Basta una scorsa a questi fattori per condividere le preocct1pazioni di chi considera questi metodi un'arma pericolosissima, la quale, malamente impiegata, può condurre a cantonate notevoli e qualche volta a giudicare del lavoro· e dell'avvenire di un uomo sulla base di elementi impalpabili. Si aggiunga ancora a questi dubbi la constatazione più che logica che l'ambiente del laboratorio psicotecnico non è indubbiamente quello della fabbrica o degli uffici e che la stessa emozione dell'esaminanqo può giocare cattivi scherzi. Tutti questi dubbi non sono nati oggi e, ad o.nor del vero, nel nostro paese sono abbastanza scontati, tanto che si può affermare non esista alcuna azienda che valuti una persona solo sulla base dei tests. Questi costituiscono in genere solo un criterio di valutazione che si aggiunge ai risultati dell'intervista, a quelli delle prove professionali e della visita medica per cercare di comporre un mosaico di insieme. Forse il giudizio negativo sui tests può avere più valore in un paese giovane (e come tale portato agli eccessi in ogni senso) quali sono gli Stati Uniti ove i tests hanno goduto di una popolarità degna quasi di un atto di fede e che oggi, per gli stessi condannabili eccessi, vanno a rovinare nella più bassa ignominia. Come ovvio, il bersaglio più facile è quello diretto ai tests di personalità, la cui interpretazione non può essere soggettiva e, a parte o meno la loro validità, deve sempre basarsi sull'intelligenza dello psicologo preposto a leggerli. Appare molto giusto a questo riguardo anche la critica di Piovene, il quale osserva come ogni caratteristica possa essere un pregio o un difetto s~ondo le caratteristiche che le stanno accanto, e che quindi non esistono pregi o difetti in assoluto. Prendendo, quindi, ad esempio un fattore quale la mancanza di socievolezza, cosa che in alcuni casi può costituire un handicap alla vita aziendale, non è escluso possa invece in altri casi, e mescolata ad altri fattori, divenire incentivo ad una attività più proficua e a una socialità più profonda. Il pericolo è ancora maggiore se si pensa che i tests esercitano un certo 118 Bibliotecaginobianco

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