Nord e Sud - anno X - n. 39 - marzo 1963

Giorgio Granata di tutte le fedi - delle proprie e di quelle profes?ate dagli avversari - perché la sinistra laica si lasci ancora invischiare nelle· vecchie form11le anticlericali ottocentesche, che avevano, del resto, una giustificazione unicamente ai tempi di « trono ed altare» e della religione concepita come istrumentum regni. Nel periodo fra le due guerre, Sept, il settimanale cattolico sorto nel 1936, ha dovuto pagare, del resto, le sue simpatie per il governo Blum di Fronte popolare con la soppressione violenta per istigazione delle superio 1 ri autorità vaticanesche »: quel giornale cristiano è stato strangolato da odi cristiani», scrisse Esprit nel co1nmentarne la fine. Tra i più importanti settimanali odierni abbiamo già ricordato Témoignage Chrétien, forse il più impegnato e battagliero organo di stampa durante il periodo dell'occupazione tedesca, erede di Sept, deciso ieri ed oggi a tener fede alle sue gloriose divise della « Verità e Giustizia costi quel che costi », e della « rottura con tutto ciò che vorrebbe utilizzare il cristia.nesimo a fini empi ». Naturalmente, in questa sede è impossibile ed anche pleonastico - dato che si tratta di settin1anali oltremodo conosciuti - tentare una rassegna circostanziata e diffusa degli organi della « gauche hebdomadaire » nei vari momenti della loro sto1 ria: basti dire che France-Observateur è più a sinistra dell'Express (sulle colonne del primo è stato scritto che la politica del centrosinistra in Italia è il tentativo, in definitiva, di voler fare una politica di sinistra con l'appoggio di una parte della destra) e che quest'ultimo, è il settimanale della vecchia anima radicale francese. A guardar bene, però, piuttosto confusa risulta l'opposizio-ne dell' Express al Generale-presidente quando la si consideri in rapporto ai due grandi problemi della democrazia europea, i partiti e la politica europeista: a ·cominciare dal direttore, ServanSchreiber, si tratta, in sostanza, di un antigollismo con venature antipartitiche e antieuropeiste, ad opera di gollisti traditi e delusi, per così dire, da un'amante che ha mancato alle loro aspettative. Ad ogni modo, il ruolo dell'Express è di esercitare un'azione sui quadri dirigenti dell'alta borghesia francese, che il settimar1ale mendesista è riuscito ad agganciare e a trattenere da pericolose involuzioni: attraverso una inchiesta recentemente condotta è risultato che i suoi lettori sono reclutati fra i ceti più economicamente provveduti del paese, quelli, per esempio, che nel 1960 spendevano 696.000 antichi franchi l'anno per il vitto contro la media nazionale di 322.500, che possedevano automobili ed elettrodomestici in gran quantità, e via dicendo. Naturalmente, oltre i tre grandi, Térnoignagne Chrétien (60.009 copie), L'Express (225.000) e France-Observateur (90.000), il lettore di sinistra ha a sua disposizione altri giornali: Tribune socialiste, organo del Partito socialista unificato; Démocratie 62, emanazione della S.F.I.O. (50.000 copie) ed assai vicina a Guy Mollet; Réfor,ne, protestante (20.000), oltremodo influente in quella comunità religiosa. Ma si tratta di settimanali che si volgono esclusivamente ad un pubblico di partito, e che considereremo più da vicino in un'altra nota. GIORGIO GRANATA 112 Bibliotecaginobianco-

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