Recensioni nientedimeno che 600.000 copie; e J e suis partout, se pure con un minor numero di lettori, ottiene presso il pubblico un credito ed una fama notevoli. La sinistra tenta di opporre alcuni suoi organi, quali La Lunière, socialista, e Vendredi, sorto per iniziativa di J ean Guéhenno, André Chamson e André Viollis, ai tempi del governo di Fronte popolare, intorno al 1935, ed espressione di quella formula ( « La nuova Francia non sarà l'opera di nessuno dei partiti in particolare che compongono il Fronte popolare, sebbene del Fronte popolare tutt'intiero », articolo del 16 ottobre 1936); ma il duello tra reazione e progresso - oppure fra «Ordine» e «Movimento», come si suole dire oltralpe - si conclude, per quanto concerne la stampa settimanale, a favore della prima: i settimanali della sinistra restano al di sotto di quelli della destra per qualità di collaborazione, accuratezza di stampa, prestigio presso la pubblica opinione, ove si eccettui il caso davvero unico di Marianne, « le grand hebdomadaire litteraire illustré », edito da Gallimard, 1 sotto la direzione di Emn1anuel Berl, che si rivolge alla borghesia colta ed illuminata, ad orientamento radicale, e che riesce a conquistarne il favore, anticipando in certo modo il ruolo sostenuto ai nostri giorni dall'Express. Oggi, invece, il panorama è del tutto mutato: la sinistra dispone dei quattro più autorevoli organi di stampa francesi, uno dei quali con periodicità quotidiana, Le Monde, e gli altri tre settimanali, L'Express, FranceObservateur e Témoignage Chrétien, tutti insieme « les quatre grands de la trahison et de la contrepropagande française », come ha amato definirli recentemente Jacques Soustelle; per parte sua la destra con Rivarol, o Carref our, non riesce in alcun modo a sostenere il paragone. · Nel cammino percorso dalla « gauche hebdomadaire », a cominciare dal 1918 in qua, alcuni atteggiamenti permangono costanti: la stampa settimapale di sinistra è ognora decisamente antifascista; antimilitarista, dal momento che essa preferisce invariabilmente il burro ai cannoni; e anticolonialista (basti pensare per quest'ultimo aspetto alle polemiche dell'Express e di France-Observateur ai tempi della guerra di Indocina o della rivolta algerina). Un fatto, invece, del tutto nuovo è il mutamento di stato d'animo e di prospettive di fronte ai cattolici: se ne La Lumière, socialista, negli anni intorno al 1936, l'anticlericalismo ottiene ancora consensi ( « Quale appoggio abbiamo trovato presso i clericali per la nostra lotta contro il fascismo, contro il danaro, contro la guerra? Delle dichiarazioni e degli articoli. Ma ogni qualvolta bisognava passare all'azione, i famosi 'democratici popolari' univano puntualmente i loro voti a quelli dei reazionari più testardi, dei nazionalisti più retrivi»), il punto di vista odierno ai nostri giorni proclama dalle colonne di France-Observateur che si tratta di costituire un fronte unico « di credenti e di increduli, egualmente interessati alla sconfitta del clericalismo, nella misura in cui il clericalismo è l'ausiliario del vecchio ordine sociale » e che « la libertà per il cristiano di diffondere la sua Morale è inseparabile dalla nostra libertà di opporne un'altra differente». Il mondo cattolico francese, nei suoi esponenti più qualificati, clero e laici, ha fornito da gran tempo prove indubbie del suo amore per la libertà 111 · Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==