Alberto Aquarone alla formazione di q11ella coalizio,ne clericale e nazionalista che nelle elezioni del 14 giugno 1914 riuscì a sconfiggere il Blocco popolare ed a porre fine all'odiata politica fiscale ed urbanistica da questo perseguita. Il 14 giugno 1914, rileva Insolera, « segnò la fine della tassazione sulle aree, delle municipalizzazioni, della tipologia edilizia: ritornò a governare la vecchia classe che era responsabile, tra l'altro, della crisi edilizia del 1887 ». Con il fascismo, alle consuete jatture, che sempre avevano travagliato la vita urbanistica roman.a, si aggiunse la mania imperiale di Mussolini. Fu anche il p1eriodo in cui politica edilizia e politica sociale trovaro,no un sintomatico terreno d'incontro 11ella creazione delle borgate come luoghi d'esilio della plebe, secondo princìpi che così erano illustrati nella Relazione per il 1929 a S.E. il principe Fran,cesco Boncompagni-Ludovisi, Governatore di Roma, del delegato ai servizi assistenziali del Governatorato·, Raffaello Ricci: si trattava di trasportare all'estrema periferia, il più lonta110 dalla vista che fosse possibile, quanti appartenevano a « famiglie di irregolare composizione, di p·recedenti morali non buoni... su terreni di proprietà del Governatorato, siti in aperta campagna, e non visibili dalle grandi arterie stradali, ove sarebbe loro concesso di costruire le abitazioni con i materiali dei manufatti abbattuti. Mediante tale disposizione sarebbe possibile costituire, con lieve spesa, vere e proprie borgate rurali, con popolazione dalle 1000 alle 15000 perso,ne, sotto la vigilanza di una stazione di Reali Carabinieri e di Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale». Nel frattempo, fin dall'indomani dell'evento al potere del fascismo, si era data mano libera alla speculazione privata, anche al di fuori e persino contro quanto disposto dal piano regolatore. Con decreto 8 marzo 1923, n. 695, per esempio, venn.e accordata I1esenzione venticinquennale dall'imposta fabbricati per tutte le nuove costruzioni: « Non è il provvedimento fiscale - o,sserva Insolera - quello che ci interessa qui: ma il fatto che fino allora sgravi ed esenzioni erano state sempre connesse con l'imposizione di co,struire entro un certo termine - per risanare una tempo,ranea crisi - e dentro le disposizioni e limiti del piano regolatore - per facilitarne appunto l'attuazione. Adesso invece l'esenzione è estesa anche a quelle case che essendo fuoiri piano non dovrebbero essere state nemmeno costruite ». Fra il '30 ed il '40 un concetto di romanità portato alla più parossistica delle degenerazioni, vuoi per incultura vuoi per servile acquiescenza alle manie e megalon1anie del Capo del Governo, operò guasti irreparabili in seno ad uno dei più preziosi patrimoni artistici della civiltà occidentale: « Esigevano davvero - si chiede Insolera - gli studi archeologici un così grande sacrificio? È difficile rispondere affermativamente so1 prattutto se si pensa al reale livello della cultura arcl1eologica in quegli anni. Già da trent'anni, in Francia, archeologi come il De Lasteyrie e l'Hautecoeur, sebbene appartenenti alle correnti più conservatrici della cultura fra11cese, avevano avanzato le soglie dell'archeologia fino al XVIII secolo; avevano riconosciuto che tutto il passato ha contribuito alla formazione del nostro presente ed è perciò tutto parte insostituibile della nostra formazione spiri108 Bibliotecaginobianco·
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