Recensioni • Roma, una lunga battaglia La storia urbanistica di una grande città è ovviamente legata sempre, in misura più o meno accentuata, alle sue vicende economiche, sociali, politiche, ai rapporti di classe e alle forme di governo. Rare volte, tuttavia, una storia urbanistica, considerata lungo un arco di più generazioni, rispecchia fedelmente i caratteri essenziali della storia politico-sociale, della particolare situazione economica di una città, come nel caso di Roma negli ultimi cento anni. Le vicende urbanistiche della capitale italiana dal 1870 ad oggi sono emblematiche come non mai delle carenze, delle storture, delle torbide confluenze d'interessi che hanno ininterrottamente dominato in questo periodo la vita pubblica romana, e che al volto fisico della metropoli hanno inflitto ferite profonde che potranno forse cicatrizzarsi un giorno, ma continueranno sempre ormai a lasciare ben visibile la loro traccia deformatrice. Questo rapporto diretto e nel caso nostro peggio che fallimentare, nei suoi risultati immediati come pure nelle conseguenze a lungo termine che per l'avvenire si possono facilmente prevedere fra natura del potere economico e politico e soluzioni urbanistiche appare in piena evidenza, con tutte le sue capillari articolazioni, della lettura, malinconica sì, ma utile e direi quasi necessaria o doverosa, del bel libro di Italo Insolera recentemente pubblicato da Einaudi: Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica, Torino, 1962. Insolera, del quale sono ben noti non solo la competenza specifica in questo campo, ma l'impegno con cui è sempre stato in prima linea nelle principali battaglie urbanistiche di questi ultimi anni, specialmente per ,quanto riguarda Roma, ha saputo cogliere con vivezza e penetrazione quel rapporto di cui sopra si diceva, andare alle radici della catastrofe urbanistica della Roma moderna e inserire con gra11de naturalezza ed armoniosità il discorso tecnico nella visione complessiva delle varie componenti politiche, economiche, culturali, amministrative e sociali della vita e dell'espansione cittadine. I piani regolatori della capitale, da quello del 1873 a quello del 1931, sono tutti caratterizzati dalla medesima sorte: quella di restare, in larga se non nella massima misura, inapplicati, e di costituire, anziché le chiare e razionali linee direttrici dello sviluppo edilizio, meri episodi d'incuria amministrativa e brutale testimonianza del continuo prevalere degli interessi privati e dell'incompetenza e cattivo gusto governativi sui bisogni collettivi e sul buon senso urbanistico. La parentesi dell'armninistrazione Nathan, dal 1907 al 1913, quando, per l'unica volta nella sua storia, Roma capitale vide le proprie so,rti amministrative, e quindi anche urbanistiche, affidate, con il Blocco popolare, a forza genuinamente democratiche e svincolate dai grandi interessi edilizi, fu troppo breve per riuscire a raddrizzare il corso degli eventi. La politica di demanializzazioni avviata da Nathan, in particolare, urtò contro l'opposizione accanita dei più forti gruppi speculativi, in buona parte legati alle sfere vaticane, e contribuì in non scarsa misura 107 Bibliotecaginobianco
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