Tarcisio Amato della casa di Savoia ai fini del riso,rgimento politico d'Italia» a quella diffusa da grossi nomi della sto,riografia nazionalfascista, primo fra tutti Gioacchino Volpe. Storico, però, dotato di esperienza, il Volpe non era certo caduto nella grossolanità tendenziosa che èra tipica del « sabaudismo », ed aveva invece posto il p·roblema del rappo·rto fra la monarchia dei Savoia ed il movimento risorgimentale in termini che l'A. nella sostanza faceva suoi. Fedele anzi alla lezione del Croce, sempre guardingo verso ogni immediata identificazione di politica e storiografia, Maturi respingeva contemporaneamente certe parzialità polemiche di un Salvatorelli, autore di quella Casa Savoia nella storia d'Italia che, pur contenendo motivi di vero, « ebbe e ha più valore politico che storiografico ». Ma che sia stato del resto tutt'altro che agevole, in materia di Risorgimento, raggiungere sempre un giusto equilibrio tra passione politica e comprensione storiografica, è cosa questa che l'A. ha ben documentato in vari punti della sua opera; e no·n soltanto dunque nel secondo corso pisano, dove si tratta per l'appunto della « storio,grafia di partito ». A noi sembra ad 01 gni modo chiaro che proprio con questo corso, il quale è fo,rse fra tutti il più originale, Maturi entrava per così dire direttamente in medias res. E in effetti è proprio dal momento in cui il processo risorgimentale stava per giungere, o giungeva, al suo compimento, ed i suoi pro-- tagonisti cominciavano a trarne un primo provvisorio bilancio, che si può dire abbia inizio quel vasto complesso di fruttuose ricerche sul quale poggia tuttora l'attività di ogni studioso. Non si deve ad esempio dimenticare che la più ampia, e sempre fondamentale, storia diplomatica del Risorgimento finora scritta, ha avuto per autore uno « storico di partito » di tendenza moderata della statura di Nicomede Bianchi. Lo stesso Maturi, del resto, pur non risparmiando al Biancl1i alcune critiche molto severe, è giunto ad affermare che tutta l'attività storiografica italiana nel campo diplomatico risorgimentale si può considerare come una revisione critica della sua opera. La minuziosa analisi che l'A. dedica alla « storiografia di partito» non si sofferma molto però sul contributo recato dalla parte per così dire «democratica» di essa; ed anche un Cattaneo viene trattato un pò frettolosamente. Né poi è possibile, in questo volume di Maturi, trovare anche un rapido cenno a quel problema delle origini dell'interpretazione classistica del Risorgimento, che pure ha attirato l'attenzione di qualche studio,so. In compenso, però, dall'ampio esame dell'opera del Tivaroni sino alla discussione delle tesi di storici assai aggiornati quali un Romeo, abbiamo adesso finalmente un panorama molto vasto della storiografia risorgimentale, italiana ed anglosassone, frutto di una mente equilibrata e aperta, che costituirà d'ora innanzi una guida ed assieme uno stimolo per gli studiosi di ogni tendenza. TARCISIO AMATO 102 Bibliotecaginobianco
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