Recensioni sorgimento con la quale egli aveva a lungo polemizzato: « Il Botta - scriveva egli infatti nel suo primo corso pisano del '46 - può considerarsi il precursore di quella valutazione del Settecento fino a ieri dominante nella nostra storiografia, tendente a disancorare la storia del Risorgimento da quella Rivoluzione francese». Maturi alludeva qui a quelle tesi nazionalistiche, assai diffuse nel paese prima della caduta del fascismo, che conducevano a svalutare più o meno apertamente l'esperienza rivoluzionaria dei nostri «giacobini», la quale apre invece veramente un'età nuova nella travagliata storia del popolo italiano. Come è noto l'età delle riforme veniva vista al contrario dal Maturi nel quadro di un vasto processo di rinnovamento della società italiana, che non era però a suo avviso lecito identificare tout court con il Risorgimento: « Fu la Rivoluzione francese - avvisa giustamente l'A. - che provocò e dette l'occasione ... alla prima manifestazione del patriottismo nazionale italiano nel campo politico». Ma che del resto un grosso equivoco fosse annidato nel riformismo settecentesco, che il « giacobinismo » non sia stato quel malaugurato incidente di cui doveva parlare a lungo certa storiografia «moderata», è cosa questa che aveva già scorta acutamente il Blanch nella sua critica all'opera del Botta. Con robusto senso storico il Blanch aveva in sostanza chiarito come tutto lo sforzo del riformismo principesco fosse stato in primo luogo teso a1la razionalizzazione ed al conseguimento di una maggiore efficienza dell'apparato amministrativo, processo questo che, operando un livellamento del corpo sociale, doveva avere il suo ultimo sbocco non già nel costituzionalismo liberale (come al limite auspicava la élite illuminista), ma nel rafforzamento appunto dell'assolutismo monarchico. « Quando i principi italiani - scrive a questo punto l'A., riassumendo con vigore le tesi del Blanch - videro porsi in Francia da parte .dei governati i nuovi limiti all'azione dello Stato, si fermarono nell'azione riformatrice o addirittura arretrarono in una po~izione reazionaria .... Le correnti innovatrici, allora, furono spinte da questo nuovo atteggiamento delle monarchie a favorire l'invasione dei france~i... .. La Rivoluzione francese non deviò quindi, la società italiana da uno sviluppo in placido corso, ma accelerò uno sviluppo che i principi italiani avrebbero voluto fermare». Non è qui forse necessario ricordare come il Maturi, nel suo saggio sui partiti politici nel Risorgimento, abbia poi accettato e fatte sue queste fondamentali osservazioni dello storico napoletano che Croce ha reso a noi tutti così ben noto. Quanto poi all'interpretazione che è stata detta « sabaudistica » del Risorgimento, diffusa anch'essa negli anni del fascismo, Maturi, che già l'aveva sottoposta a critica nella famosa « voce » da lui redatta per l'Enciclopedia Italiana, ne scorgeva adesso il suo primo germe nell'opera storiografica di Cesare Balbo. Certamente Balbo, pur chiuso anch'egli, come storico « moderato», alla comprensione delle forze e dei momenti rivoluzionari, superava di gran lunga le angustie paesane « non solo sul piano politico-diplomatico, ma anche sul piano culturale». E tuttavia era visibile per l'A. il nesso che collega « la tesi del Balbo sull'importanza dell'accrescimento territoriale 101 BibliotecaGino Bianco
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