Renato Perrone Capano - Ettore Cuomo su tutto della « ideologia» del partito unico, o « t~talitario »: su questo aspetto dell'opera qui esaminata, in relazione à tutta la personalità morale dell'autore, ha scritto un saggio degno di particolare segnalazione Marco Ces:arini nel «Mondo» del 15 gennaio 1962, sotto il titolo: Ignazio Silane e il dogma del successo. La dialettica di Silone si rivela avvincente nella rappresentazio 1 ne della fig11ra del « professore», fanatizzato teorico di fascismo e consigliere di iniquità. La « scuola dei dittatori» non fornisce alcun dato che possa servire, non diciamo alla spiegazio 1 ne, ma alla comprensione di quel fenomeno dello sterminio degli ebrei che la dittatura nazista fece vedere al mondo, e che il filosofo tedesco Karl Jaspers ha detto essere un fatto che non può rientrare nella sistematica dei « crimini di guerra», in quanto « crimine commesso durante una guerra, senza un eventuale vantaggio per l'andamento della guerra stessa, anzi con un danno per lo stato omicida » (vedi: K. JASPERS, Al di là del caso Eichmann, in « Tempo Presente», 1961, anno VI, pag. 260). Questo crimine del nazisn10 resterà forse in perpetuo senza spiegazione, e affida ai secoli l'esecrazione del nazismo o nazifascismo. Il libro di Silane si chiude sulla affermazione del « professore » che «la tendenza maggiore della nostra epoca», in ragione della «civiltà di massa», sarebbe di favorire « le tendenze totalitarie d'ogni specie»; affermazione a cui segue la risposta di Tommaso il Cinico: « Non credo che l'uo1 mo onesto debba necessariamente sottomettersi alla Storia ». La proclamazione della fede nella « religione della libertà », nel principio eterno della « resistenza » chi11de così un'opera che tratta di quel « fatto storico » cl1e è la dittatura dei tempi dell'età contemporanea, quella fondata sulle « masse», la quale alle suggestioni del « cesarismo » aggiunge l'appello ai più bassi istinti che nell'animo umano si annidano, convogliando nelle legio,ni .dei sostenitori dell'irrazionale innumerevoli persone che dovrebbero essere nel campo dei nemici dell'oppressore, dei combattenti contro il regime « totalitario». Le parole di fede di un uomo come Ignazio Silane, il quale nella lotta per la libertà ha « pagato di persona », sono un solenne mònito per i deboli e per i dubbiosi, contengono l'esortazione a volere, tenacemente volere, contro ogni apparente smentita della vile realtà effettuale. RENATOPERRONECAPANO Uno storicismo malinteso Distinguere il problema dello storico, che è quello di intendere il passato per quel che fu veramente senza cadere, lasciandosi trascinare da motivi e passioni contingenti, in condanne moralistiche o in apologie agiografiche, dal problema dell'uomo pratico, che partecipa dei conflitti del 94 Bibliotecaginobianc~
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