Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Editoriale progressiva meccanizzazione ed autoniazione dei processi produttivi e di nioltissimi servizi - la struttura originariamente dualistica dell'economia industriale-capitalistica. Il moltiplicarsi, quantitativo e qualitativo, delle attività terziarie crea a sua volta ceti· interamente ignoti alle prime società industriali, rende11do estremamente diff eren,. ziate le funzioni anche di quelli che (come i « colletti bianchi », i rappresentanti di com1nercio, i propagandisti etc.) ptA-rerano già presenti un secolo fa. L'urbanesimo, l'eclisse (come è stato detto) del sacro, il trionfo dei mezzi di comunicazione di massa, la corsa al consumo, la caccia al prestigio sono le molteplici manifestazioni in cui la nuova -temperie sociale si esprime. Come potrebbe la democrazia tradizionale disciplinare questa materia ribelle e soddisfare la febbre di affermazione e di vitalità che da essa promana? Il· disciplinamento può aver luogo soltanto nel qtladro di un'azione pubblica minutamente coordi11,ata,e a lunga scadenza, che preponga, nella nuova società, il più importante al più nuovo, il più utile al più piacevole, il sociale all'individuale; e soltanto in tal modo potrà evitarsi l'avvento di una società nevrotica, preda dello spirito psicanalitico, debole non solo sul piano psicologico, ma anche su quello della funzionalità e della coesio11e, squilibrata e violenta. Ma tutto ciò significa pianificare: pianificare la produzione e i consumi, l'espansione delle città e la diffusione della cultura e dell'istritzione, l'avviamento al lavoro e· il tempo libero. Può far ciò la _democrazia? Può essa - con le sue vocazioni anarchiche, con il gioco dei suoi compron1essi, con l'alea imprevedibile dell'alternarsi delle sue 1naggioranze - dar luogo al regno dell'ordine e della fredda giustizia distributiva imposta dalle nuove esige1ize del niondo d'oggi? 4) Piano ideologico. -Messa in crisi dall'esplodere delle sue interne contraddizioni e dal confronto con realtà nuove e imprevedute, la democrazia non dà segni di capacità di rinnovamento della sua tematica politico-sociale, della sita ideologia. Le sue veccliie armi concettitali, i suoi vecchi modi di aggredire la realtà si provano sempre più insufficie11.ti;la democrazia è ormai capace solta1ito di un empirismo senza forza logica e senza mordente nella pratica. La libertà (così conie l'eguaglia1iza, così come la fraternità) è una grande idea; ma le idee vanno commisurate ai fatti che esse si rivelano capaci di evocare dal limbo delle concrete possibilità dell'azione umana. Oggi la libertà è - diciamo còsì - stanca. Il grande sforzo da essa- prodotto durante quasi due secoli sembra averla esaurita. Oggi le idee nuove, le parole adatte, i 1nezzi opportuni non sono più agitati, proposti, inventati dagli uonzini della libertà (né da quelli dell'eguaglianza e della fraternità), b.e1isì dagli uomini della tecnica, dai pionieri della grande -spinta in avanti 7 Bibliotecaginobianco

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