Alf anso Stile conseguenza di quanto si è detto prima, il detenuto, durante il corso della pena, sia messo in grado di acquisire le ·nozioni necessarie a diventare un lavoratore qualificato, specializzato,, o addirittura un capo d'arte, gl'imprenditori privati, lungi dal voltargli la faccia, se lo contenderanno con salari elevati, ridandogli fiducia nei propri mezzi e quindi allontanandolo dalla possibilità della recidiva. Questa, in breve, la via che in tutti i paesi civili è stato tracciata, ma che in nessuno è stata percorsa fino in fondo. Alcuni paesi sono a11dati molto avanti; ma si tratta di paesi il cui grado di benessere e di civiltà fa sì che nelle carceri i deliquenti non sono numerosi. Essi sono, lo si intuisce facilmente, il Belgio, la Svezia e la Danimarca. Sarebbe troppo sperare che l'Italia possa in breve eguagliarne i risultati, quando si confrontino le svariate decine di migliaia di detenuti del nostro paese alle pochissime migliaia dei paesi suindicati. Si deve, però, aggiungere che il nostro sistema non è meno efficiente di quello francese e di quello tedesco, nel quale vi sono ancora alcune disposizioni di tipo ottocentesco. Occorre osservare ora quali siano, in pratica, i metodi adottati in Italia al fine di recuperare alla società il condannato e di qualificarlo professionalmente per introdurlo tra le forze di lavoro. Sarà altresì utile no11 perdere di vista, ove sia il caso, i metodi paralleli degli altri paesi. Questo fine, è bene premetterlo, lo si cerca di attuare quasi dovunque in tre fasi: I) durante tutto il corso della pena, mediante il normale trattamento pe11itenziario; 2) durante il periodo terminale della pena, con uno speciale regime preliberatorio; 3) dopo la liberazione, mediante l'aiuto post-penitenziario. Le tre fasi, come si vedrà, costituiscono gli anelli di u11a stessa catena, sono cioè intimamente connesse tra loro. I. Normale trattamento penitenziario. - Tutte le attività svolte durante la prima fase, che è poi la più lunga, servono a preparare il terreno al seme che verrà gettato successivamente. Tali attività sono: l'osservazione, l'istruzione, la moralizzazione, lo stimolo al lavoro. Non è possibile procedere alla redenzione di un deliquente se prin1a no,n lo si conosca. Questo lo si è ben capito in Italia negli ultimi anni: già nel '54 sorgeva a Roma-Rebibbia un centro di osservazione che si lin1itava peraltro alla semplice classificazione dei condannati. Su questa base, senz'altro insufficiente, s'è però negli ultimi anni proceduto ad u11 potenziamento interessante quanto notevole. Infatti, sotto la supervisione di un Magistrato e la direzione di un sanitario, è preposto all'osservazione dei detenuti un gruppo d'esperti, 82 ~ibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==