Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

/ . Un'in,dagine « sovversiva» politica che comprensibilmente va praticata da ogni nuova azienda che voglia crearsi un mercato. Dopo la fase iniziale di giustificata scorrettezza commerciale, la Cementir ha rivisto la sua politica dei prezzi e si è adegitata bene a quelle che sono le esigenze del mercato e privatistiche ». Si spiega così il fatto che obiettivo degli strali dei cementieri sia solo il C.I.P., o meglio la politica dei prezzi C.I.P., che, a loro avviso, eliminando uno degli stimoli all'aumento della produzio·ne 23, frenerebbe l'azione di miglioramento qualitativo e l'incrementò 1 quantitativo• in atto. Si è già chiarito in precedenza come gli effetti del prezzo d'imperio siano tutt'altri. Quel che si vuole ora o·sservare è piuttosto un'alt~a serie di circostanze molto significative. La produttività è molto diversa J?er le varie aziende. Nel 1960 la produzione per operaio-ora oscillava da u11minimo di 253 kg. ad un massimo di 1.304. Nelle piccole e medie imprese il dato medio era di 284 kg., mentre nelle grandi imprese era il doppio: 600-700 kg. 24 • Ciò vuol dire che i prezzi C.I.P. sono abbastanza elevati da consentire la so.pravvivenza anche ad aziende che pro·ducono ad alti costi. Si può dire, cioè, che il prezzo fissato dal C.I.P. è uguale, se non al costo marginale, almeno al costo medio dell'impresa meno efficiente. Le grandi imprese, sarebbero, perciò, in grado di praticare prezzi più bassi di quelli massimi fissati dal C.I.P .. Ma non lo fanno-, e i cementieri minori considerano questo comportamento come manifestazione di magnanimità da parte delfitalcementi, della Marchino, etc .. La verità è che le imprese maggiori non vogliono eliminare dal mercato le piccole imprese che producono a costi molto elevati. « Italceme·nti », « Marchino », etc. sono, anzi, interessate a che le piccole imprese marginali resistano sul mercato: è questa, infatti, la condizion·e per non subire ulteriori diminuzioni di prezzo da parte del C.I.P., il quale, come abbiamo rilevato, fissa generalmente il prezzo del cemento orientandosi sul costo marginale del settore. Ciò garantisce alle grandi imprese una rendita di monopolio che si può spiegare come segue. Oltre al concetto I tradizio·nalé di monopolio, ce n'è un altro studiato dallo Schumpeter 25 : quello susseguente alla introduzione di innovazioni. Infatti, l'innovazione, prima di diffondersi, è monopolio dell'imprenditore (di colui, cioè, che ha introdotto la innovazione nella sua azienda). Il profitto che l'imprenditore ritrae dall'innovazione è una rendita di monopolio. Secondo Schumpeter questo tipo di monopolio è temporaneo. Ma nel caso dell'industria italiana del cemento, pur potendosi configurare appunto un monopolio di questo tipo, non si può parlare di tempo23 AITEC, cit., p. 39. 24 Cfr. S. ALBERTI, cit., p. 105. 2s Cfr.: Capitalismo, socialismo e democrazia. Comunità, Milano 1955, Cap. VII. 79 Bibliotecaginobianco •

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