Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Editoriale · sostituzione di vecchi ordini rappresentativi c9n ordini nuovi appare per lo più spontanean1ente orientata verso soluzioni di tipo corporativo, ma 1zon esclude soluzioni di tipo accentuatan1ente autoritario, né il ricorso frequente al plebiscito o al referendum come surrogato del norn1ale dibattito politico. 2) Pia110 tecnico-economico. - La tecnologia e l'economia moderna si orientano sempre piìt chiaramente verso soluzioni assai complesse: il predominio, detenuto all'i11izio della rivoluzione i11dustriale dai settori secondari, appare progressivamente spostarsi verso i settori terziari; l'antitesi tra grande e piccola manifattura appare sostituita da una integrazione progressivamente accentuata tra catene di grandi, medie e piccole manifatture; il ruolo delle macchine sembra cambiare nettamente col passaggio, dovuto all'automazione, dal semplice impiego, con relativa trasformazione, di energia per un determinato scopo, e in sostituzione di una serie di sforzi n1uscolari dell'uomo, a funzioni con1plesse di programmazione, selezione e direzione di intere serie di operazioni intellettuali e muscolari; i fenon1eni monopolistici ed oligopolistici appaiono sempre più riscattati, e riescono, quindi, sempre più tollerabili per l'impulso al consumo col quale essi hanno sostituito l'originaria tendenza allo sfruttamento intensivo e privilegiato di mercati ristretti; e così via. Se la democrazia tradizionale era la naturale espressione politica di una società il cui rapporto genetico con la prima rivoluzione industriale nessuno saprebbe mettere in dubbio, l'avvento di una terza rivoluzione industriale, radicalmente diversa e senza confronti più prof onda della seconda e, in un certo senso, della stessa prin1a, richiede - o comunque richiederà - una 11.iLovaespressione politica per la società che da essa va nascendo. 3) Piano sociale. - La democrazia tradizionale è legata ad un sistema sociale agevolmente sintetizzabile nell'opposizione tra terzo stato e quarto stato, borghesia e proletariato, regime economico capitalistico e regime economico socialistico. Queste grandi divisioni della società sono lentamente, ma in maniera totale e decisiva, soppiantate dall'emergere di classi e di ceti nuovi, riferibili soltanto al nuovo assetto tecnologico ed economico affiora11te già alla vigilia della terza rivoluzione industriale e, comu.nque, più chiaro oggi. L'ingerenza dei pubblici poteri nella vita economica e l'evoluzione del sistema di governo delle grandi società anonime e per azioni, e perfino delle ditte tradizionalmente legate alle fortune di una specifica famiglia, va concentrando enormi poteri di decisione in ceti burocratici, di managers di recente formazione. Altri ceti di tecnici, di « intermedi », di specializzati vanno progressivamente rivoluzionando col loro apparire - connesso alla 6 Bibliotecaginobianco ,

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