Un'indaginé « sovversiva» Sulla Cementir, l'unica grande azienda a partecipazione statale del settore, conviene soffermarsi un po' di più 17• Nel 1951 l'IRI, in relazione con il primo programma siderurgico (noto sotto la denominazione di « piano Sinigaglia ») decideva di costituire una società cementiera co11 lo scopo di utilizzare integralmente le loppe di altoforno. Dopo uno studio compiuto dall'Ing. Fedele Cova, si costituiva nel 1951 la società Cementerie del Tirreno ( « Cementir »). Il capitale sociale di 650 milioni di lire era costituito per 631 milioni dall'app,orto- della Cementeria di Bagnoli dell'ILVA. Nel 1952 veniva rilevata dall'ILVA anche la partecipazio,ne di maggioranza (55%) della « Cementeria di Livorno» S.p.A.. Fino al 1955 unico azio1 nista della Cementir è stato l'IRI. Nel 1955 il capit~le venne elevato da 2,5 a 5 miliardi di lire, me11tre furono collocate sul merc·ato· le azio,ni di minoranza, previa quotazio,ne del titolo alle Borse Valori nazionali. Nella stessa occasione, per una miglio.re siste1. mazione del Gruppo, la 1naggioranza azionaria fu assegnata alla FINSIDER. Queste notizie introdurrebbero ad un'analisi della concentrazione finanziaria che non possiamo però affrontare, ·perché richiederebbe uno spazio notevole e, soprattutto, uno studio ad hoc niente affatto facile e breve. Possiamo- soltanto dire che alcuni gruppi cementieri sono proprietari anche di centrali idroelettriche, da cui ·ottengono, l'energia per i cementifici a costo minimo. È questo, i11particolare., il caso1 della « ~talcementi ». Quest'ultima società è anche interessata a numerosi collegamenti finanziari (con la Bastagi, la Italmobiliare e alcune· finanziarie svizzere). Pesenti, in particolare, controllerebbe almeno tre banche: la Banca Provinciale Lombarda, il Credito Commerciale e l'Istituto Bancario Romano. Numerose altre sarebbero, comunque, le partecipazioni di controllo sia di Pesenti che del cognato (Radici). Ma preferiamo non insistere su queste notizie frammentarie che, no,n sistematizzate, potrebbero avere un significato, polemico più che di contributo alla conoscenza della struttura industriale del nostro Paese. Ritornando, invece, alla co,ncentrazio·ne econo1nica, vo·gliamo concludere chiarendo la differenza sostanziale con la concentrazione tecnica. Mentre quest'ultima conduce all'aumento• delle dimensioni degli stabilimenti al fine di ridurre i costi, la concentrazione economica è determinata non solo dalla pro,spettiva della riduzione dei costi, ma ancl1e dalla prospettiva del controllo del mercato da parte dei produttori. La formazione di complessi sempre più grandi, articolati in società 11 Cfr.: CEMENTIR, Relazione del Consiglio di Amministrazione alla assemblea ordinaria degli azionisti, Roma 19 aprile 1962. 75 Bibliotecaginobianco
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