Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

.. \_ Un'indagine « sovversiva» teguerra verso le colonie o i territori dipendenti. Il massimo rapporto percentuale esportazioni/pro,duzioine di cemento è stato toccato nel 1938 col 9,0%. Per le importazioni il massimo si è avuto, invece, nel 1953 col 4,1 %, proprio in coincidenza con l'aumentato fabbisogno per le opere della « Cassa » ed a causa del mancato tempestivo adeguamento della industria nazionale alle nuove esigenze. Nel 1961 le· importazioni hanno. rappresentato lo 0,5% e le esportazioni lo 0,4% rispetto alla produzio,ne nazio,nale. I principali paesi for11itori sono la Francia, la Jugoslavia e la Polonia. ·Principali destinazioni delle nostre esportazioni so·no invece Libia, Liberia e Malta. Il regresso generale delle esportazioni verso i territori d'oltremare ha interessato, insieme con l'Italia, tutti i paesi europei, specialmente nel corso del 1961. Questo fattore, sommato al forte aumento delle costruzioni industriali ed all'alto livello mantenuto dalla attività edilizia, ha determinato un ulteriore rapido incremento del consumo in tutti i paesi europei. Dal 1960 al 1961 il consumo pro-capite in chilogrammi è salito da 436 a 460 ( + 5,5%) in Germania, da 346 a 382 ( + 10,4%) nel Belgio-Lussemburgo, da 289 a 315 ( + 9,0%) in Francia, da 242 a 265 (+ 9,5%) nel Regno Unito, da 564 a 662 ( + 17,4%) in Svizzera e da 172 a 204 ( + 18,6%) in Spagna. Per l'Italia l'incremento è stato del 12,9%: da 319 a 360 chilogrammi 5 • Sul rapido incremento del consumo pro-capite in Italia ha influito proprio lo sviluppo del consumo nell'Italia meridionale, grazie anche alle costruzio,ni della Cassa per il Mezzogiorno. Completa il quadro dei dati « coreografici » facilm~nte rint.racciabili il numero di persone impiegate nell'industria italiana del cemento. Nel 1961 gli operai erano 14.670 e gli impiegati 2.650. Nel c·omplesso la mano d'opera raggiungeva, quindi, le 17.320 unità 6 • Ben scarsa è, quindi, l'influenza diretta di questa industria sul mercato della mano, d'opera. E si delinea. una tendenza sempre più marcata ad u11 ulteriore alleggerimento dell'incidenza del lavoro sui costi di produzione attraverso t1n'automatizzazione sempre più spinta. Gli industriali si giustificano sostenendo che l'automazione è una scelta obbligata, oltre che conveniente, di fronte ai continui aumenti salariali ed alla sempre più grave scarsità di mano d'opera specializzata ed ausiliaria (meccanici, elettricisti, tubisti, ecc.). L'industria del cemento, come quasi tutte le altre industri~, non è uniformemente distribuita su tutto il territorio nazionale: nel 1961 5 AITEC, cit., pp. 68-71. 6 OCDE, cit ., p. 22. 67 Biblio~ecaginobianco

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