Rosellina Balbi A Napoli, prima ancora che l'intero disegno di cieca brutalità si componesse per intero, ciascun frammento del mosaico ebbe. il proprio peso determinante sugli avvenimenti. Pii1 cl1e gli ordini dei comandanti hitleriani, contò il modo col quale quegli ordini vennero eseguiti: basti pensare alla fucilazione dell'ignoto marinaio livornese, che p·oi costituisce l'episo,dio-chiave deJ film (storicamente documentato, onde l'aspetto più deplorevole delle polemiche suscitate in Germania dal .fil1n è stato proprio q11ello di mettere in dubbio la veridicità di questa sequenza); 110n a caso Loy ha messo l'accento sulla inutile malvagità della messa in scena, sulla deliberata, quasi voluttuosa ricerca dell'umiliazione (prima ancora che del terrore). Il punto di rottura della situazio,ne fu rappresentato, per l'appunto•, dal co1 ntatto impro,vviso tra l'umanità, nella sua espressione più semplice, e la disumanità. Ai napoletani, in ultima analisi, non fu proposta 11na scelta: l'uo,mo- non può rinunciare ad affermarsi come tale. Alla luce di quanto s'è detto, la reazione suscitata in Germania dal film di Nanni Loy acquista un significato inequivocabile. I tedeschi si sono se11titi chiamati in causa non tanto come nazisti, quanto come coloro che supinamente cedettero al nazismo, accettando di calpestare e tradire l'umanità in se stessi, prima ancora che negli altri. Occupandosi del libro di . Schirer, Storia del Terzo Reich, Carlo Bo osserva giustamente: « Non basta spiegarci il veleno dei capi, il male degli inventori del sistema: che cosa dire degli altri, di chi ha bevuto fino in fondo il calice della vergo,gna, e della dissacrazione dell'uomo?» E ancora: « ... gli avvenimenti erano il frutto di una straordinaria coincidenza fra la folle volontà di un piccolo gruppo di persone e il vuoto, la n1ancanza di fede _di tutti gli altri. No,n si sarebbe potuto sollevare il sipario sulla fine del Terzo Reich, se dall'altra parte non ci fosse stato un diabolico spirito di dimissione, di abbando·no e di offesa all'uomo ». Ciò che Croce chiamò il dissidio spirituale della Germania con l'Europa, pesa ancor oggi, evidentemente, sulla coscienza tedesca. Lo stesso Croce, d'altra parte, ravvisò nel nazismo una tremenda crisi, che covava nella seco,lare storia della Germania; e individuò nei tedeschi (che « noi dapprima amammo- ... ») una « coscienza di inferiorità» verso gli altri popoli, che valse a facilitare, sotto, il nazismo, « questa estrema degradazione dell'umanità che in loro è accaduta attraverso la patria, e la devozione alla patria, e la disciplina per la patria, per quella stupidità di un dovere estrinseco e pedantescamente concepito e di un'ubbidienza cieca e disumana a un loro ido,lo o Moloch. 'Disun1anità' è la parçla che q11i sovrasta le. altre ... ». D'altro,nde, le stesse dichiarazioni del signor Kleiber, ambasciatore della Repubblica Federale a Ro·ma, costituiscono una illuminante conferma di quanto si è detto. Quando Kleiber auspica, difatti, che opere cinematografiche co1ne « Le Quattro Giornate di Napoli » vengano « prodotte in coproduzione, ed in un clima di comprensione reciproca», egli non può invocare, evidendemente, comprensione per il nazismo; e dunque mostra di avere ravvisato nel film di Loy quell'atto di accusa inespresso, forse involontario, e perciò tanto pi{1 eloc1uente, nei confronti della Germania, che vi abbiamo veduto noi. 48 Bibliotecaginobianco
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