Note della Redazione il giorno pritna dall'on. Antonio Giolitti. Secondo Lombardi, ipotizzare la convenienza della for,nula I.RI ed ENI (gruppi polisettoriali integrati) anche nell'ambito della nuova politica di piano « può essere per lo nieno un rischio ». L'azienda integrata, a suo avviso, è in grado di « contribtlire a rendere operante l'indirizzo economico dello Stato » solo in assenza di una politica di progr.amniazione. Si può dire, infatti, che l'I RI e l'EN I, mancando la pro-_ grammazione, hann.o assunto il compito meritorio di attuare spontaneam,ente una sorta di piano. Ma la loro funzione tion si ·rivelerà più utile quando lo Stato dovrà assumere in proprio maggiori e più definiti compiti di intervento economico. Per cui si inipone una diversa articolazione dell'inipresa pubblica, e cioè la sua riorganizzazione in enti di gestione per aziende omogenee ... L'assetto delle partecipazioni statali in società per azioni deriva, infatti, dalla necessità di ricercare sul mercato i necessari finanzianienti, 111a non è detto che si riveli utile anche quando l'ùnpresa pubblica sarà chiamata a distinguersi nettamente da quella privata ». Il contrasto fra le due impostazioni è, come si vede, radicale; e si presta a considerazioni di un certo interesse anche in previsione della prossima diretta partecipazione al governo dei socialisti. Non nascondiamo che la tesi dell'on. Lombardi presenti un certo grado di suggestione. È impensabile che un'innovazione del tipo della « politica di piano » debba restare senza conseguenze sul' piano della strutturazione dell'impresa pubblica. Si tratta, però, di itn problema da esaminare nelle sue implicazioni concrete e non da risolvere sitl piano di una sommaria argomentazione deduttiva, quale sembra essere quella dell' on. Lombardi. A confutazione della quale si può portare tt1ia intelligente notazione di Guidotti in un intervento svolto durante lo stesso Convegno ed un lucido saggio di Saraceno su « Il Mondo dell'Energia». , Salvatore Guidotti ha fatto osservare che ristrutturare l'IRI e l'ENI secondo le proposte di Lombardi significherebbe limitare l'autofinanzia1nento delle aziende pubbliche. Ciò 11,on significa, però, che si limiterebbe anche l'autofinanziamento privato, il quale, anzi, si accrescerebbe, in quanto le aziende private potrebbero acquistare per usi i11tern1edi i prodotti di base forniti dalle aziende di Stato ad un prezzo relativo inferiore a quello attuale. L'unica pçiradossale conseguenza della riforma proposta da Lombardi sarebbe, perciò, di accrescere l'autofinanzianzento delle iniprese private. Pasquale Saraceno, a sua volta, ha dimostrato come « l'esperienza storica ed un'analisi astratta delle leggi che regolano la vita delle imprese di grandi dimensioni sembrano indicare che il perseguimento della dimensione ottima porta inevitabilmente queste imprese prima sitlla via dello sviluppo verticale e poi su quella dello sviluppo differenziato ». E ciò vale, naturalmente, tanto per la impresa privata quanto per l'impresa pubblica che voglia restare vitale per resistere sul mercato e per <e generare» altre imprese. Infatti, scrive Saraceno, « il passaggio dal tipo di struttura a gruppo differenziato a quella a gruppo specializzato per settori facenti capo direttamente a burocrazie ministeriali, darà inevitabilmente luogo ad una riduzione nella produttività del39 Bibliotecaginobianco
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