Note della Redazione vasto abbastanza da richiamare l'attenzione dei senatori eletti su di una loro opinione quando esso fosse unanime su una determinata questione. A noi sembra che un gruppo abbastanza forte, ma non fortissimo, di senatori a vita, scelti per la loro particolare competenza· in alcuni settori della vita pubblica, gioverebbe al Senato in quanto camera di ripensamento e insien1e gioverebbe a far sentire in uno dei ~ue rami del Parlamento, e in· modo aperto, la voce di settori della gestione dei pubblici affari, che oggi si fa sentire in modo indiretto. Naturalmente, qua11do si fosse accettato il principio, si porrebbe il problema più grave di tutti: come si effettuerà la scelta di questi uomini? Ma non crediamo che questo possa essere un ostacolo troppo grave, _poiché non mancano criteri obiettivi per costituire, se non nella sua inf egralità, certamente nella sua maggioranza, il nuovo gruppo di senatori a vita. Si potrebbe, ad esempio, decidere che tutti i giudici della Corte Costituzionale dopo i dodici anni in cui restano in carica diventino senatori di diritto: e in effetti sembra assurdo che non si sia pensato ad una misura del genere, che non si sia, cioè, pensato di utilizzare in uno dei due rami del Parlaniento itomini già segnalati pei loro meriti particolari e che a questi meriti hanno, poi, aggiunto l'esperie1iza dodecennale nel più alto tribunale dello Stato. Si potrebbe decidere, altresì, che gli uomini che ricoprono le più alte cariche del potere giudiziario possano dive1itare senatori a vita dopo almeno tre anni di permanenza nelle cariche stesse che dànno diritto a tale de~ignazione e qualora accettassero di abbandonare il servizio attivo; ed analoghe disposizioni si potrebbe adottare per coloro che sian,o nelle altre più alte cariçhe della pubblica carriera. E fi,11al1nentesi potrebbe aunier1tare da cinque a dieci od a quindici il numero dei senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica, rivedendo, ovvianiente, l'infelice dizione del secondo comma dell'articolo 59 della Costituzione, ed assortendo il criterìo di scelta presidenziale di obiettive garanzie. Il problema, come si vede, non è tanto quello dei criteri con· cui una sostanziale riforma del Senato può essere fatta, ma della volontà di farla. E tale volontà oggi non sembra viva in nessuno. Lo ripetiamo: nulla di tragico avverrà se una rifor1na di questo tipo non sarà fatta. Ma è certo anche che,· se la si facesse, il Senato ne risulterebbe migliorato. Le aziende pubbliche e la politica di piano Organizzato dal « Centro di Studi e Piani Economici», di cui è direttore Franco Archibugi, il 18 e 19 gennaio si. è tenuto a Roma un Convegno di studi sul tema: « Programmazion,e Econon1ica e Impresa Pubblica». Al Convegno hanno partecipato il ministro delle partecipazioni -statali, Giorgio Bo, ed i presidenti dell'IRI e dell'ENI, Petrilli e Boldrini. Le relazioni prin37 Bibliotecaginobianco
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