Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Note della Redazione nato: essi, quindi, avrebbero proposto non già una « piccola» riforma, ma una importante riforma costituzionale. Intendiamoci: il fatto che per moltissi1ne cose il Senato sia poco più che un doppione della Camera dei deputati non è un fatto tanto grave, come lJllalcuno potrebbe essere tentato di credere. Dopo tutto, quello che conta in questi casi è che vi sia un certo lasso di tempo tra l'approvazione di una legge alla Carnera e la sua discussione in Senato, e che i senatori stessi, per quanto nel loro complesso abbiano lo stesso equilibrio politico della Camera, siano diversi dai deputati. Il tempo che trascorre tra l'approvazione in un ramo del Parlamento e la discussione nell'altro costituisce per tutti un'occasione di ripensamento e consente alla stampa, che si interessa dei problen1i in discussione, di dibatterli e di richia,nare l'attenzione di quelli che devono ancora approvarli su questo o quel punto che si ritiene dovrebbe essere modificato; e il fatto che i senatori siano persone fisiche diverse dai deputati dà la garanzia che su un determinato problema saranno stati mille cervelli a riflettere invece di seicento: il che è già qualche cosa. Tuttavia, il riconosciraento che la situazione non è drammatica, non impedisce che si debba pensare al modo di migliorarla; e a nostro giudizio uno dei modi più efficaci è di modificare il sisten1a di reclutamento se non di tutto il Seriato, almeno di _una sua parte. In tutti i paesi de,nocratici- progrediti e soprattutto nei paesi anglosasson:i, in effetti, il sisterna di recluta,nento della cosiddetta camera alta è diverso da quello che si ittilizza per la camera bassa. E se togliamo di mezzo il caso dell'Inghilterra (dove i Pari sono tutti- di nomina regia e dove del resto i poteri della Can1era dei Pari sono andati cJ,eclinando irresistibilmente negli - ultimi cinquant'anni) e consicleriamo quello degli Stati Uniti, la differenza del modo di reclutamento del Senato rispetto a qitello della Caniera dei Rappresentanti, pur essendo anch'esso fondato ormai sull'elezione a suffraggio universale, balza subito in prin10 piano. Ora, pensare di riprodurre il sistema americano anche in Italia (ad esempio quando le regioni saranno una realtà) ci sembra alquanto astratto: non si deve dimenticare che per la Costituzione americana il Senato degli Stati Uniti ha poteri che la Camera dei rappresentanti non ha, e quest_o fatto crea una sostanziale dissimiglianza tra il Senato americano e quello italiano. Se, dunque, il Senato italiano non può 110n essere elettivo nella sua grande 1naggioranza e se non si può modificare radicalmente il modo del .. l'elezione (anche se si adottasse l'uninominalismo puro pei senatori il risultato ultimo non cambierebbe molto) e se, finalmente, non si può stabilire a freddo un Senato a rappresentanza regionale perché questo alterereb.be profondamente l'organo, sembra chiaro che il solo correttivo importante sia quello di introdurre nel Senato stesso un numero più rilevante di senatori a vita. È evidente che questa aliquota di senatori a vita dovrebbe essere calcolata in n1odo tale che la sua consistenza non alterasse troppo la fisionomia politica dell'organo quale deriva dalle indicazioni dell'elettorato; ma anche in modo da garantire un, raggruppamento di « uomini competenti » 36 Bibliotecaginobianco

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