Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

NOTE DELLA REDAZIONE Deputati e partiti Domenico Bartoli ha ripreso e commentato su «Epoca» alcuni dati tratti da una pubblicazione dell'Unesco sulla composizione sociologica del Parlamento italiano (pubblicazione che anticipa in parte le conclusioni di un' ampia inchiesta di Giovanni Sartori che sta per essere pubblicata dalle Edizioni Scientifiche Italiane (Napoli), nella collana « La società moderna»); e « La Voce Repubblicana » ha commentato, a sua volta, a firma 'f. v. ', il commento di Bartoli, concordando, com'era giusto che concordasse, sulla sostanza dei suoi rilievi. I dati forse più interessanti tra quelli ripresi in «Epoca» sono quelli che si riferiscono alle professioni dei deputati: declina il numero degli avvocati, tende a scomparire la figura del notabile e par aumentare sempre più, invece, il numero di coloro che fanno professionalmente politica. I soliti critici della partitocrazia vedranno in ciò un'altra conseguenza del terribile cancro che, a loro giudizio, rode tutta la vita politica italiana: è logico, è fa tale che sia così, essi diranno, perché sono i partiti e non gli elettori a scegliere i deputati; e quindi i notabili, che un tempo costituivano il fiore dei parlamenti italiani, sono esclusi inesorabihnente dal gioco. Ed è, inoltre, altrettanto logico che i partiti scelgano tra coloro che fanno della politica una professione: trattandosi di uomini privi di al'ternative, sarà più facile farli obbedire! ~ La verità è, invece, che proprio attraverso questi dati si. può toccare con mano quanto· sia frettolosa la pole1nica contro la partitocrazia e quanto poco rispondente alla realtà sia la contrapposizione che si fa di solito tra il Parlamento ed i partiti · in Italia. E per rendersene conto basta rivolgersi una domanda molto semplice: perché, insomma, i partiti scelgono proprio gli uomini che mettono poi nelle liste e non altri? E la risposta non può che essere una, ed una soltanto: perché questi uomini h.anno rilievo· a livello provinciale e regionale (lasciamo da parte i politici di fan1a nazionale per ovvie ragioni) o· come notabili oppure _come in-fluenti uomini di partito. In questo secondo caso si potrà dire che i dirigenti di partito si impongono all'elettorato, ma non che essi gli impongo degli uomini di paglia, degli esecutori fedeli e ciechi delle loro volontà. E la diff ere11za è di notevole portata, perché essa fa giustizia della pretesa dicotomia tra deputati e dirigenti dei partiti: i primi obbedendo, come usa dire, ai partiti obbediranno a se stessi, ossia metteranno in esecuzione una linea politica che essi medesimi avranno contribuito a determinare. Certo, non si può negare che vi sia in Italia, e soprattutto, o piuttosto quasi esclusivamente, nel partito di maggioranza relativa, nella Democrazia Cristiana qualche contrasto tra 33 Bibliotecaginobianco

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