Augusto Graziani è un fenomeno comune a tutte le econo1nie in fase di sviluppo e non è affatto sinaolare del nostro paese. È perfettamente normale, e l'espe- o . rienza storica lo co-nferma, che quando un paese si pone sulla via dello sviluppo e dell'industrializzazione, l'accumulazione di capitale non avvenga omogeneamente in tutti i settori produttivi. I settori dinamict i così detti settori-guida, realizzano i profitti maggiori e si autofinanziano accumulando capitale. Questi sono anche i settori che possono remunerare i fattori produttivi in mist1ra più elevata; anzi debbono farlo, per procurarsi le risorse pro·duttive necessarie alla loro espansione. È anche normale che il trapasso dei lavoratori dai settori arretrati e stagnanti ai settori propulsivi e dinamici avvenga gradualmente: occorre dare ai settori dinamici il tempo necessario per predisporre i capitali strumentali necessari ed assorbire i nuovi lavoratori, e questo, anche se l'accumulazione procede rapida, richiede un certo tempo. Durante tutto questo tempo, l'economia rimane necessariamente spezzata in due n1età, di cui l'una è formata da imprese moderne, continuamente rinnovate, e altamente efficienti, l'altra da piccole imprese, che ristagnano e corrispondono bassi saggi di salari e di profitti. Il meccanismo che abbiamo brevemente accennato, porta necessariamente alla piena occupazione di tutti i lavoratori nel settore dinamico ed efficiente, ancl1e se questo processo di assorbimento richiede, per ragioni tecniche ed economiche, qualche tempo a realizzarsi del tutto (e in certo senso non si realizza mai del tutto, perché esisteranno sempre settori progressivi e settori stagnanti, e il dualismo, in certa 1nisura è il sintomo necessario dello stesso progresso eco·nomico). Il meccanismo descritto dalla Lutz invece, come la stessa Lutz tiene a sottolineare, tende a perpetuare il dualismo e la disoccupazione. Quale delle due versioni, quella elaborata dalla Lutz o quella accennata in queste righe, rispecchi meglio la natura del dualismo proprio dell'economi~ italiana, è cosa che solo una indagine empirica potrebbe accertare. Possiamo qui citare solo un sintomo: un decennio di accumulazione e di sviluppo nell'economia italiana, se ha perpetuato il dualismo, non ha affatto perpetuata la disoccupazione, tanto è vero che l'Italia si trova ormai alle soglie .della piena occupazione. Questa circostanza, anche se di per sé non costituisce una prova, ci induce a ritenere che il dualismo dell'economia italiana altro non sia che il nor:rt?-ale dualismo insito in qualsiasi processo di sviluppo, e che esso 110n abbia affatto snaturato 1 lo sviluppo del nostro paese, e che di esso l'azione dei sindacati sia ben lu11gi dall'essere l'unica o la principale responsabile. AUGUSTO GRAZIANI 32 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==