Du~lismo e sottosviluppo nell'economia italiana 5. - Fin qui la Lutz. Si può dire che questo modello dell'economia italiana risulti pienamente convincente? La risposta deve essere sostanzialmente negativa. Un merito va indiscussamente rico,nosciuto alla Lutz: quello di avere tentato di impostare per la prima volta il problema economico italiano su basi scientifiche rigorose, portand~lo al di fuori della polemica i1npressionistica, semigiornalistica e sernipolitica. Anche se le tesi della Lutz no,n possono essere co·ndivise, non si può non riconoscerle il merito di avere impostato una discussio·ne feconda; tutti coloro che vorra11no dare una interpretazione dello sviluppo economico italiano dell'ultimo decennio, dovranno muoversi lungo le linee indicate nel volume della Lutz, anche se non crederanno di accettarne le conclusioni. Il dubbio principale che suscita la lettura delle pagine della Lutz, 11asce dal fatto che la trattazione, pur essendo impostata con la pretesa del rigore analitico, no,n contiene· l'indicazione di un « modello» ·completo. La Lutz si limita a descrivere il mercato del lavoro, ma non specifica in che modo, a suo modo di vedere, si svolge il meccanismo di formazione e distribuzione del reddito nell'economia italiana. Resta così poco chiara la prima affermazione della Lutz che l'intervento, dei sindacati, imponendo un salario più elevato di quello che si sarebbe avuto senza la loro azione, riduca la domanda di lavoro e provochi disoccupazione. Un aumento dei salari, dovuto all'intervento delle leghe sindacali, può provocare inflazione (se si ritiene che· l'investimento sia determinato in via autonoma) o può provocare un rallentamento nel ritmo di acct1mulazione (se si ritiene che l'equilibrio· fra risparmi e \ investimenti sia assicurato dai movin1enti del tasso d'interesse); ma 110n vi è ragione di ritenere che esso provochi disoccupazione, a meno cl1e no11 sia accompagnato da altre circostanze. Il diagramma con il quale a questo punto la Lutz cerca di porre il suo discorso in veste formale, è del tutto insufficiente e per certi aspetti poco chiaro. Perché l'intervento dei sindacati provochi disoccupazione occorre, co1 me· ha cl1iarito a suo tempo Spaventa, che il mercato sia dominato· da formazioni oligopolistiche, che limitano la domanda di lavoro. Il marchio d'infamia che la Lutz attribuisce all'azione dei sindacati italiani, come rei di avere sfigurato lo· sviluppo economico del paese, non pare solidarr1ente giustificato. Nemmeno appare co,nvincente l'opinione della Lutz secondo cui il I • fenomeno del dualismo sarebbe tipico dell'economia italiana. Il dualismo in Italia certamente esiste, ed è merito non piccolo della Lutz di aver attirato l'attenzione· degli studiosi su questo sdoppiamento del mercato del lavoro, sintomo indubbio di una situazione non riarmale; ma esso 31, Bibliotecaginobianco
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