Augusto Graziani dell'accentrame11to industriale e della congestione urbanistica. La Lutz respinge una eventuale obiezione su questo punto, osservando che la densità della popolazio,ne nel triangolo i11dustriale e in tutte ]e regio·ni settentrionali è ancora di gran lunga inferiore alle densità registrate in altri paesi europei, quali Olanda, Belgio e la stessa Ingl1ilterra :- « Circa 8 milioni di persone potrebbero spostarsi nelle cinque regioni settentrionali italiane, prima che la densità media raggiunga il livello tollerato dai 44,9 milioni di persone che vivono in Ingl1ilterra e nel Galles. In pari tempo, le tre regioni più montagnose del paese, Abruzzi e Molise, Basilicata e Calabria, raccolgono una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti, con una densità media di 112 abitanti per chilometro q11adrato, quasi il doppio della densità media della Scozia ». No11 si può nascondere, cl1e questa argomentazione comparativa 110n sembra s11fficientemente probante. Il fatto che in determinat~ regioni d'Europa si sia raggiunta una densità ancora più elevata che 111el tria11golo indt1striale italiano, può significare che le regio-ni del I Nord potrebbero tollerare una ulteriore immissione di popolazione, ma non comporta necessariamente che questo ulteriore addensamento del carico demografico rappresenti la soluzio11e più efficiente per lo sviluppo econorr1ico italiano. Di fronte a questa alter11ativa della emigrazione massiccia, la Lutz non vede altra soluzione che quella del « tempo lungo », di einaudiana 111emoria. La Lutz fa anche cenno ad una terza possibilità, quella di cond·urre una politica di industrializzazione su vasta scala e con stru1ner1 ti assai più radicali di quelli .impiegati finora. Ma su questa terza alternativa, quella che bene o male gli interventi pubblici tendono a rcaliL:zare, la Lutz si limita ad un accenno fugace, evitando sostanzialmente di trattare un punto che evidenteme11te a suo giudizio non costituisce una alternativa efficiente. 4. · La questione. meridionale, a giudizio della Lutz, non è la sola « distorsio,ne » che affligga l'economia italiana; un'altra, e ben più grave, tale da co1npromettere l'intero sviluppo della produzione e dell'occupazione, si annida nel meccanismo che governa il funzionamento. del 1nercato del lavoro. Anche queste vedt1te della Lutz sono già da ·tempo note ai lettori italiani: ma non sarà inutile ricl1iamarne brevemente gli aspetti principali. La caratteristica principale dell'economia italiana, secondo le vedute della Lutz, consiste nel « dualis1110. » che domina il mercato del lavoro. Esistono in Italia due sistemi salariali distinti e largamente indipendenti. Il primo prevale presso le grandi imprese, il seco·ndo presso le imprese di piccole dime11sio·ni, l'artigianato, il piccolo commercio. 28 ~ibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==