Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Dualismo e sottosviluppo nell'economia italiana dalle relazioni con l'estero), oppure debba finanziare il proprio sviluppo mediante esportazione di prodotti locali. 3. - Una volta impostata la diagnosi del Mezzogior110 su queste linee, il giudizio che la Lutz esprime sulla politica di sviluppo attuata dal governo italiano non può essere che sostanzialmente negativo. La politica delle infrastrutture viene inquadrata più come un tentativo di suscitare un aumento di occupazione e di realizzare condizioni di vita civile in tutto il Mezzogiorno, che non come un serio intervento propulsivo; solo sotto il primo aspetto la Lutz ritiene che l'intervento governativo abbia raggiunto il suo scopo. Le facilitazioni creditizie, a giudizio della Lutz, non so110 sufficie11ti a superare gli svantaggi di cui l'industria soffre quando venga ubicata nelle regioni meridionali. I provvedimenti detti di « tipo inglese » (individuazione di aree industriali, costruzio11e di stabilimenti, e simili) vengono giudicati efficaci solo quando si tratta di dislocare un opificio industriale verso regioni poco distanti, non quando si vuole industrializzare un territorio lontano molte centinaia dì chilometri dai poli naturali di sviluppo. L'unico provvedimento sul quale la Lutz si mostri più ottimista è la creazione di grossi complessi industriali diretta1nente gestiti dallo Stato, come è il caso del centro siderurgico di Taranto. Il rimedio che la Lutz ritiene invece efficace è la così detta « solu- / zione migratoria», e cioè l'emigrazione massiccia dal Mezzogiorno 1 verso altre regioni. La Lutz non intende affatto che scopo delle migrazioni interne sia _quello di abbandonare il Mezzogiorno in maniera definitiva. Ella ritiene . piuttosto che, alleviando la pressione de1nografica, si aprano prospettive ; per un sano sviluppo agricolo e industriale. Una volta liberata l'agricoltura dall'eccesso di popolazione che attualmente impedisce una riorganizzazione efficiente, la produttività del lavoro e i reditti agricoli j I IJOtrebbero aumentare; si creerebbe così un mercato per i prodotti 1 industriali e il settore manifatturiero potrebbe svilupparsi. La strozzatura nel settore della produzione alimentare, che, come si è detto in precedenza, rappresenta per la Lutz l'ostacolo maggiore· al progresso dell'industria, potrebbe essere appunto superata mediante un alleggerimento del carico di popolazione provocato dall'esodo verso altre regioni. La vera politica di sviluppo del Mezzogiorno consiste quindi nel facilitare, stimolare e assistere i flussi migratori verso le regioni del Nord. Con questa soluzione la Lutz si pone decisamente in contrasto con una vasta corrente di opinione che va invece ponen9-o in risalto gli svantaggi che possono derivare alle regio·ni settentrionali dai feno,meni 27 Bibliotecaginobianco . .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==