Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

L'alternativa italiana nale ad una maggioranza di destra e mentre in Germania l'apertura di Adenauer verso i socialdemocratici è stata soltanto tattica, fintata, per così dire, allo scopo di concludere più rapidamente e più agevolmente una nuova alleanza con il partito liberale - « solo, l'Italia ha scelto di essere originale e prosegue con successo la politica di apertura a sinistra », la quale ha dimostrato che democristiani e socialisti « possono coabitare anche nel paese dove si trova la sede della Chiesa cattolica ». E giustamente Pierre Germain ha messo l'accento sul fatto che proprio l'alleanza di forze cattoliche democratiche e di forze socialiste democratiche « è in effetti la condizione di una politica di progresso »: socialisti della SFIO e democristiani del MRP sanno assai bene, infatti, quale altissimo prezzo hanno dovuto, alla fine pagare per non essere riusciti a governare insieme la IV Repubblica, per aver consentito alla destra di giocare sistematicamente contro la continuità dell'alleanza fra MRP e SFIO, fondata sull'europeismo e stilla politica sociale, la carta della vecchia que·stione scolastica, che ora anche in Italia qualcuno cerca di tirar fuori per creare difficoltà insormo,ntabili alla ma.ggioranza di centro-sinistra (si è letto recentemente di un convegno romano dove un illustre professore di diritto privato - il Santoro Passarelli - e un prelato del seguito di Ottaviani - Monsignor Staffa - hanno sparato ad alzo zero contro la politica scolastica delgoverno ). . E proprio da questo punto di vista è di buon auspicio che non solo un settimanale socialista come « Democratie '62 », 1na ancl1e u11a rivista mensile come « Études », curata da padri gesuiti, abbia indicato l'Italia èome un paese esemplare, rilevando che il governo di centro-sinistra non ha dato ragione, dopo questo· st10 periodo di rodaggio, a « nessuna delle previsioni catastrofiche fatte dai suoi avversari »; e che co·munque « i socialisti no,n sono stati il cavallo di Troia dei comunisti ». Ma se i democratici degli altri paesi indicano l'Italia come un paese esemplare che sembra avviato a risolvere in termini liberali le grandi questioni di « aggiornamento del regime democratico-rappresentativo », i democratici italiani, laici e cattolici, dovrebbero trarne i11citamento a proseguire sulla via che hanno coraggiosamente imboccato, 1nalgrado le grandi difficoltà che ne ostruivano l'accesso. Potremmo 1 dire, infatti, e noi lo diciamo: chi poteva prevederlo alcuni anni or sono, quando ci sembrava di essere tanto « immaturi » per la democrazia e sempre in bilico fra un destino europeo cui aspiravamo e un destino meditèrraneo, o addirittura sudamericano, che ci minacciava da sempre, con i fantas1ni di un passato recente e con le incognite di un futuro difficile, chi poteva prevederlo che era così prossimo il giorno in cui 21 ~ibliotecaginobianco ♦

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