L'alternativa italiana il governo e il suo programma, con accorgimenti tattici, quasi chiedendo scusa agli elettori moderati della DC e a quelli massimalisti del PSI per ciò che si è fatto in quest'anno, si rischia, come dicevamo-, di perdere gli uni e gli altri; ma, se non si provvede tempestivamente a correggere il tiro (co·me hanno implicitamente suggerito le iniziativ~ di La Ivlalfa s1.1lpiano della politica estera), si rischia soprattutto· di perdere l'occasione per inchiodare destre e comunisti alle lo1 ro, contraddizioni, dimostrando come .e perché l'apei:tura a sinistra rappresenta per il 11ostro paese un grande passo avanti, il solo possibile, e necessario, se non si vuole fare un salto indietro. L'Italia sta diventando un paese esen1plare per i democratici degli altri paesi, i qua.li seguo,no con apprensione le sorti dell'apertura a sinistra. Il « Financial Times », che non è certamente un organo sovversivo, ha scritto in gennaio, che « sarebbe un grave passo, indietro per l'Italia e per tutta l'Europa occidentale » se l'apertura a sinistra dovesse subire una crisi e che « soltanto un governo democratico, pronto a intrapre11dere radicali riforme sociali, può sperare di far breccia tra i voti comunisti »: qt1esto mentre tutta la stampa moderata e benpensa11te del nostro paese denunciava i socialisti come « cavallo di Troia » dei comunisti e si dava da fare con gli argo·menti e accorgimenti di cui dicevamo per provocare quel « grave passo indietro » che preoccupava l'organo della City. Walter Lippmann, reduce da un viaggio in Italia, scriveva intanto sul « Washington Post » di una « alternativa italiana » in Europa e di una stabilità verso cui potrebbe avviarsi la situazione italiana, grazie al consolidamento dell'alleanza fra democristiani e socialisti, fondata sulla rinunzia da parte dei primi ad accordi sottobanco con i fascisti, e con i loro affini, e sulla rinunzia da parte dei secondi al patto d'unità d'azione con i comunisti; onde, se le elezioni prossime dovessero co,nfermare la recente svolta politica, l'Italia potrà· rappresentare t1n'indicazione preziosa per la Germania (dove, in vista dei problemi posti dalla successione ad Ade11auer, si comincia a parlare di « grande coalizione rossonera » come di una versione tedesca dell'apertura a sinistra italiana), tanto più preziosa in quanto alternativa a quella rappresentata dalla Francia (dove il problema moderno del rafforzamento e della stabilità del potere esecutivo si va risolvendo in termini quanto mai discutibili, e preoccupanti, di rafforzamento del potere personale di De Gaulle e di esaltata politica nazionalista, antiatlantica e antieuropeista). A sua volta, in « Democratie '62 », settimana}e della SFIO, Pierre Germain ha scritto, sempre in gennaio, che - mentre in Francia le recenti elezioni legislative hanno dato vita in seno all'Assemblea Nazio20 Bibliotecaginobianco
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